
Muore a 11 investito da un pirata, nessun risarcimento per la famiglia. Un’incredibile incastro di situazioni “opponibili”, per usare un termine legale, ha impedito alla famiglia del piccolo Momo di ottenere risarcimento e giustizia piena. Il 9 agosto 2022 a Milano, come racconta lo zio, il giovane egiziano Mohanad Abdalla Salem Moubarak, per tutti “Momo”, “chiese a papà Mimmo – gestore di un ristorante nei pressi del Palalido – di poter fare un giro in bicicletta. Poco dopo ci hanno avvertito che qualcosa era successo in via Bartolini e siamo andati a vedere. E da allora Mimmo è sotto shock, non si è più ripreso”.
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Un dolore immenso, perché la vita di un giovane ragazzo si è spenta. Ma anche per i modi in cui tutto è accaduto e per l’ingiustizia che è avvenuta dopo. Al volante dell’auto che è uscita fuoristrada e ha investito in pieno il povero Momo, sul marciapiede, c’era un ventenne di origini tunisine. L’accumulo di irregolarità compiute dal giovane ne hanno in qualche modo attutito la pena.
Il giovane tunisino è risultato positivo all’assunzione di sostanze stupefacenti, era alla guida senza avere neanche la patente e aveva anche una gamba ingessata. Era alla guida di un’auto immatricolata all’estero, che risultava noleggiata da terze persone. A quel punto i legali non sono riusciti in alcun modo a ottenere i dati per poter chiedere un risarcimento. Per di più, il ventenne era stato condannato a otto anni di carcere, ma ne ha scontato di fatto solo uno in cella, ottenendo poi gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
“A tutto c’è un limite, ci sentiamo presi in giro“, hanno commentato disperati i genitori di Momo.