La cronaca della scomparsa di un grande del basket, Charles Jordan, si intreccia con la nostalgia di un’era diversa del basket, quella precedente all’introduzione del tiro da tre punti, un’epoca in cui le doti fisiche e il talento puro avevano un peso differente sul parquet. Jordan, il giocatore con le gambe da ostacolista e lo stile inconfondibile degli anni ’70, è deceduto a 69 anni. Divenuto una leggenda per i suoi exploit con la maglia della Fortitudo Bologna, ha lasciato il segno con prestazioni memorabili come i 51 punti contro Pesaro e i 48 contro il Bancoroma.
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Arrivato a Bologna nel 1979, ha vestito la maglia della Fortitudo per tre stagioni, mantenendo medie impressionanti di punti a partita e diventando un eroe per la tifoseria grazie alla sua combattività e al suo spirito di lotta. La sua salute si era deteriorata negli ultimi tempi, e nonostante l’affetto e il supporto della sua comunità sportiva, che aveva lanciato una raccolta fondi per sostenerlo, Jordan è spirato in una struttura socio-sanitaria a Indianapolis.
La sua storia è anche quella di un sodalizio indimenticabile con Marcellous Starks, con cui formava una coppia formidabile che incantava i fan e terrorizzava gli avversari. Entrambi simboli di un’epoca di passione e risorse limitate nel basket italiano, hanno lasciato un’eredità di successi e momenti memorabili, come la promozione del ’79-’80 con una squadra giovane e talentuosa. La comunità di Fortitudo, e in particolare l’Associazione Il Fortitudino, continua a onorare la sua memoria, mantenendo viva la raccolta fondi a sostegno della sua famiglia. La sua scomparsa è un momento di lutto per il basket, ma anche l’occasione per ricordare un’epoca e un giocatore che hanno segnato profondamente questo sport.