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Uccisero brutalmente suo padre durante una rapina, ora ottiene un mini risarcimento

Pubblicato: 12/11/2023 13:29
L’arrivo della scientifica nell’oreficeria milanese

Rapina e omicidio Veronesi, arriva il mini risarcimento per il figlio. Giovanni Veronesi, gioielliere dell‘omonima oreficeria nella centrale via dell’Orso a Milano, fu ucciso con quarantadue colpi di cacciavite da Ivan Gallo. L’uomo non poteva rifondere un risarcimento per i figli dell’orafo e solo dopo dieci anni dagli eventi, lo Stato riconosce 50 mila euro. Si tratta del fondo per i famigliari delle vittime di reati violenti. I legali della famiglia Veronesi giudicano la cifra “irrisoria”.
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La gioielleria Veronesi nel 2013

Novità sulla rapina e omicidio Veronesi, arriva il mini risarcimento per il figlio

“Cifra irrisoria”: rapina e omicidio Veronesi, arriva il mini risarcimento per il figlio. La rapina alla gioielleria avvenne il 21 marzo 2013. Ivan Gallo subì il licenziamento dall’azienda che si era occupata, tra gli altri, delle videocamere di sicurezza della gioielleria. Decise così di rifarsi proprio sul cliente assistito, del cui negozio sapeva tutto. La rapina fu aggravata dal brutale assassinio di Veronesi, che si era opposto. Nelle motivazioni per l’ergastolo di Gallo, poi commutato in trent’anni di prigione, i giudici hanno scritto: Gallo si è “mostrato totalmente insensibile all’orrendo omicidio commesso”, dimostrando “assoluta indifferenza rispetto ai gravi delitti commessi”.

L’assassino credeva di averla fatta franca, ma il cellulare della vittima era rimasto acceso nel suo cappotto, portato via da Gallo. Notando che il padre non rientrava, infatti, il figlio chiamò suo padre, facendo squillare il cellulare e rendendo tracciabile la posizione del nuovo possessore. L’uomo era rimasto nel Milanese, per poi scappare a Marbella, dove si era messo a scialacquare i proventi della rapina nel gioco d’azzardo e nelle droghe.

Fu rintracciato e arrestato in Spagna, ma non poté risarcire i famigliari perché risultava nullatenente. Oggi la notizia del risarcimento dello Stato, che viene però considerato “irrisorio” dai legali, i quali annunciano ricorso in Appello e alle Corti europee.