Vai al contenuto

Abigail, la bimba ostaggio di Hamas: il padre ucciso mentre la abbracciava, il racconto atroce dello zio

Pubblicato: 14/11/2023 07:34

In una tragedia che ha scosso il cuore della comunità internazionale, una bambina di nome Abigail, di soli tre anni, è diventata involontariamente il simbolo di una realtà crudele. Il presidente Joe Biden ha menzionato questa piccola vittima, figlia di genitori israeliani-americani, come “bambino ostaggio di Hamas“, portando l’attenzione su uno dei drammi che si sono svolti il 7 ottobre.
Leggi anche: Rapita da Hamas una bambina americana, i genitori uccisi

Abigail, uccisa tra le braccia del padre: poi la fuga e il rapimento

Abigail, la cui doppia cittadinanza riflette le sue radici profonde in due nazioni, ha perso entrambi i genitori nell’attacco. Suo zio, Amit Idan, ha condiviso con La Stampa l’immagine di questa bambina, rivelando la sua natura affettuosa: “Abigail non cammina mai da sola. Cerca sempre il contatto fisico. Era sempre attaccata a qualcuno. Voleva essere portata sulle spalle. Quando la madre lavava i piatti, doveva comunque tenerle una mano. Anche il giorno che suo padre, mio fratello Roy, è stato ucciso, Abigail era tra le sue braccia“.Il terribile evento ha colpito duramente la famiglia, con Abigail che dormiva nella sua cameretta adibita a rifugio anti-missile insieme ai suoi fratellini Michael (9 anni) e Amalia (6). La tragedia ha colpito quando Roy, fotografo professionista, è stato ucciso da membri di Hamas dopo essere rientrato dal lavoro: fotografo professionista, era uscito per scattare alcune foto di ciò che stava avvenenendo. Abigail era tra le sue braccia quando Hamas ha fatto irruzione in casa loro e lo ha colpito alle spalle, ma è miracolosamente scampata alla morte ed è fuggita dai vicini .La sua vita, tuttavia, è stata sconvolta nuovamente quando i membri di Hamas hanno invaso la casa dei vicini, portandola via insieme ad altri membri della famiglia. Il fratellino Michael, con grande coraggio, ha chiamato la polizia e si è rifugiato con la sorellina Amalia in un armadio, evitando un destino simile a quello dei genitori.

Il racconto della zia: “Cosa significa essere prigionieri a 3 anni”

La zia paterna di Abigail condivide il dolore della famiglia, riflettendo sulla sua giovane età: “Non riesco a immaginare, per lei e per gli altri bambini, cosa significhi essere prigionieri a tre anni. Chi pulisce loro i denti? Chi li accarezza o parla con loro quando piangono? E chi li nutre?”. La zia è preoccupata per il benessere di Abigail e degli altri bambini rapiti, poiché non ci sono notizie sulle loro condizioni e sulla possibilità di ricevere assistenza.La storia di Abigail continua a suscitare emozioni e dibattiti sulla tragica realtà di molti bambini intrappolati nelle conseguenze del conflitto, alimentando la speranza che presto possano ritrovare la libertà e la normalità che ogni bambino merita.

Ultimo Aggiornamento: 14/11/2023 10:02