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Salvini contro gli “eco-vandali”: “Andranno in carcere”

Pubblicato: 17/11/2023 19:31
Matteo Salvini sbugiardato dal Ministro: "Non ci sono prove"

Il governo italiano ha presentato ieri un nuovo pacchetto sicurezza che include una norma volta a penalizzare i blocchi di strade e ferrovie attraverso l’uso dei corpi come strumento di protesta. La norma è stata salutata con entusiasmo da Matteo Salvini, che ha dichiarato: “Grazie alla Lega, i blocchi di strade e ferrovie con i propri corpi diventano REATO. Con le norme approvate in Consiglio dei ministri, gli ECO-VANDALI che fermano il traffico causando danni a cittadini e ambiente potranno andare in CARCERE”.

La nuova disposizione legale fa scattare il reato quando il blocco risulta “particolarmente offensivo e allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente”. Matteo Salvini ha enfatizzato che questa norma mira a porre fine alle azioni degli “ECO-VANDALI” e ad assicurare che coloro che interrompono il traffico attraverso blocchi stradali e ferroviari possano affrontare sanzioni più severe, compresa la possibilità di essere incarcerati.

Tuttavia, è importante notare che, prima di questa nuova norma, già esisteva una disposizione legale che puniva il blocco di strade e ferrovie. Nel 2018, durante il mandato di Matteo Salvini come ministro dell’Interno, furono introdotti decreti Sicurezza che reimplementarono il reato di blocco stradale, depenalizzato nel 1999. La legge prevedeva pene da uno a sei anni per chi bloccava strade e ferrovie con oggetti, mentre per chi utilizzava il proprio corpo si prevedeva “la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.000 a euro 4.000”.

La norma presentata dal governo sembra ora rendere più specifiche le condizioni che determinano il reato di blocco stradale, concentrando l’attenzione su situazioni particolarmente offensive e allarmanti che coinvolgono più persone e sono state organizzate preventivamente. Tuttavia, alcuni esperti legali sostengono che la nuova norma può apparire superflua, poiché già esistevano disposizioni che punivano il blocco di strade e ferrovie. La Corte di Cassazione ha precedentemente stabilito che il blocco prolungato di un’autostrada rappresenta un reato di interruzione di un pubblico servizio e può comportare pene detentive fino a due anni. Inoltre, la Corte ha esteso questa interpretazione a manifestazioni non autorizzate che bloccano servizi di trasporto urbano.

In ogni caso, il dibattito attorno a questa nuova norma si sviluppa in un contesto di tensioni politiche e sociali, con il governo che cerca di affrontare le sfide legate alla sicurezza e alla gestione delle proteste. La discussione su come bilanciare la libertà di protesta con la necessità di mantenere la sicurezza pubblica rimane centrale in questo contesto normativo in evoluzione.