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Accoltellata 20 volte e abbandonata sotto i sacchi di plastica: così Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin

Pubblicato: 19/11/2023 14:28

La tranquillità della zona industriale di Fossò è stata tragicamente infranta dalla scoperta delle ultime ore di vita di Giulia Cecchettin, 22 anni, descritte in una sequenza di eventi tanto spietati quanto metodici. L’ex fidanzato, Filippo Turetta, è stato arrestato in Germania con l’accusa di aver perpetrato l’aggressione fatale.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Giulia è stata violentemente colpita fino a diventare “esanime”, quindi trascinata e caricata nel bagagliaio della Grande Punto di Turetta. Dopo aver subito venti coltellate in diverse parti del corpo, tra cui testa, collo, mani e braccia, Giulia è stato portata giù lungo un dirupo e deposto sotto una grande roccia, occultata da sacchi neri.

La minuziosa analisi del medico legale ha rivelato multiple ferite da arma bianca, segno di una disperata lotta per la vita. Il corpo di Giulia è stato abbandonato lungo la strada della Val Caltea, un’area isolata a cui si arriva dopo una tortuosa strada montana, nelle prime ore del 12 novembre.

Le indagini si sono concentrate sui movimenti dell’auto di Turetta, tracciati attraverso le registrazioni delle telecamere di sicurezza in diverse località. La Fiat Grande Punto nera è stata vista per la prima volta a Sacile alle 2:02, seguita da avvistamenti a Caneva e Polcenigo. Un “buco” di due ore nelle registrazioni ha fatto sospettare gli investigatori, che hanno intensificato le ricerche nella zona del Vajont, fino alla rivelazione cruciale: le telecamere di Piancavallo, non funzionanti per manutenzione ma comunque registranti, hanno ripreso l’auto di Turetta alle 3:00 del mattino.

Questo dato ha ristretto il campo delle ricerche all’area impervia della Val Caltea, dove si stima che Turetta abbia lasciato il corpo di Giulia. La posizione isolata e il periodo successivo alla chiusura stagionale della strada potevano garantire che il crimine passasse inosservato per un tempo significativo.

Durante la fuga, Turetta avrebbe utilizzato banconote macchiate di sangue per fare rifornimento di benzina in un distributore automatico di Cortina, un altro pezzo del tragico mosaico ricostruito dagli inquirenti. La fuga è poi proseguita fino alla Germania, dove l’auto di Turetta è stata trovata in panne sulla corsia d’emergenza, un finale improvviso per una fuga disperata.

Le comunità di Fossò e delle altre città coinvolte nel percorso del sospettato sono ora alle prese con l’orrore di un delitto che si è consumato tra le loro strade, mentre gli investigatori continuano a cercare reperti mancanti, come il coltello del delitto e i telefoni cellulari, nella speranza di portare piena giustizia a Giulia.