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Scienza e salute, scoperta la spia che attiva l’Alzheimer, uno studio innovativo:

Pubblicato: 20/11/2023 14:26
Morbo di Alzheimer

Morbo di Alzheimer, scoperta la “spia” che lo attiva con almeno 15 anni di anticipo. Un nuovo studio innovativo. La risposta sarebbe nel grasso che si nasconde negli organi interni dopo la mezza età. La ricerca innovativa sarà l’appuntamento principale del meeting annuale del Radiological Society of North America (Rsna), che si terrà a Chicago il prossimo 26 novembre. Ecco come gli scienziati sono arrivati alla risposta.
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Cellule cerebrali

Alzheimer, scoperta la “spia” che lo accende 15 anni prima

Malattia di Alzheimer, scoperta la “spia” che lo accende con 15 anni di anticipo. “Ci sono stati altri studi che collegano il Bmi con l’atrofia cerebrale o anche con un rischio più elevato di demenza, ma nessuno studio precedente ha collegato un tipo specifico di grasso alla proteina dell’Alzheimer in persone cognitivamente normali”. Questa l’innovativa scoperta della sua autrice, Mahsa Dolatshahi, ricercatrice post-dottorato del Mallinckrodt Institute of Radiology (Mir) alla Washington University School of Medicine di St. Louis. “Studi simili non hanno indagato il ruolo differenziale del grasso viscerale e sottocutaneo, soprattutto in termini di patologia amiloide dell’Alzheimer, già nella mezza età“.

Secondo lo studio, almeno una donna su 5, e un uomo su 10, svilupperanno la malattia nel corso della loro vita. I ricercatori provano l’associazione tra i volumi della risonanza magnetica cerebrale, nonché l’assorbimento di amiloide e tau. Queste sono le proteine ​​che si ritiene interferiscano con la comunicazione tra le cellule cerebrali.

La funzione del grasso viscerale

I ricercatori hanno analizzato i dati di 54 partecipanti cognitivamente sani, di età compresa tra 40 e 60 anni. Il loro indice di massa corporea media era di 32. I volontari hanno fatto diversi controlli sulla presenza di glucosio e insulina. A quel punto è stato possibile rilevare un maggiore assorbimento del tracciante Pet di amiloide nella corteccia del cervello. Che è poi l’area colpita precocemente dalla patologia amiloide nell’Alzheimer. Una reazione peggiore negli uomini rispetto alle donne. Misurazioni più elevate del grasso viscerale sono correlate a un aumento del carico di infiammazione nel cervello. Dolatshahi. “Le secrezioni infiammatorie del grasso viscerale, in contrapposizione agli effetti potenzialmente protettivi del grasso sottocutaneo, possono portare all’infiammazione nel cervello, uno dei principali meccanismi che contribuiscono all’Alzheimer”.

Le ricadute dello studio per la ricerca

“I risultati dello studio hanno diverse implicazioni fondamentale per la diagnosi e l’intervento precoce”. Questa l’opinione del ricercatore senior, Cyrus A. Raji, professore associato di radiologia e neurologia e direttore della risonanza neuromagnetica al Mir. Si evidenzia “un meccanismo chiave attraverso il quale il grasso nascosto può aumentare il rischio di malattia di Alzheimer“. “Tali cambiamenti cerebrali si verificano già all’età di 50 anni, in media, fino a 15 anni prima che si manifestino i primi sintomi di perdita di memoria dell’Alzheimer”.

I risultati, spiega Raji, potrebbero indicare il grasso viscerale come obiettivo di un trattamento per modificare il rischio di future infiammazioni cerebrali e demenza. “Andando oltre l’indice di massa corporea e caratterizzando meglio la distribuzione anatomica del grasso corporeo sulla risonanza magnetica, ora abbiamo una migliore comprensione del motivo per cui questo fattore può aumentare il rischio di malattia di Alzheimer”.

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2023 17:38