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“L’Alzheimer, le Oss e la forza delle donne: ecco la mia Rosa”. Veronica Pivetti racconta il suo ultimo libro

Pubblicato: 21/11/2023 12:31
Veronica Pivetti e Amore Criminale: la seconda puntata del programma che dà voce a storie di donne vittime di violenza

È da poco tornata in libreria con il suo nuovo romanzo “Rosa” (RaiLibri) e già si parla di un altro successo. Veronica Pivetti, attrice, doppiatrice e conduttrice, si conferma anche ormai una affermata scrittrice. Protagonista di molte fiction fra cui “Commesse”, “Il Maresciallo Rocca” e “Provaci ancora prof”, può vantare anche la conduzione di un Festival di Sanremo e tanti altri programmi tv fra cui “Per un pugno di libri” e “Amore criminale”. In occasione della presentazione del suo “Rosa”, edito da RaiLibri, all’interno dell’Emporio Letterario di Pienza, festival culturale targato Caffeina, Veronica Pivetti ci ha raccontato cosa c’è alla base della sua nuova fatica letteraria.

La storia di Rosa, che esiste davvero nella realtà

“La protagonista di questa storia, Rosa Cruzado, esiste davvero – confessa l’autrice – E sta a casa mia. È una donna di cuore e di cervello, arrivata in Italia dal Perù, ed è un’operatrice sociosanitaria”. Veronica Pivetti apre dunque uno squarcio su una realtà molto poco attenzionata e molto poco raccontata, soprattutto nei romanzi.

“Sì, questo è un romanzo, non è un saggio, non è un reportage giornalistico. Mi sembrava la forma migliore per fare entrare i lettori in empatia con questa realtà”, dice. “Rosa lavora in una RSA milanese, cura gli anziani ospiti con dedizione, ma lo stipendio non basta per arrivare a fine mese e così, insieme alle colleghe-amiche Lupe, Teodora, Polina, Denisa e Maka, apre una cooperativa di assistenza per malati” all’insaputa della coordinatrice, la temibile dottoressa Spinelli.

“Come la chiamano loro Tantoperdire. Senza un’antagonista la storia non va avanti, e lei è l’antagonista, insieme al signor Marsili – chiamato sempre per cognome, per mantenere le distanze – che però avrà un percorso diverso. Questo è infatti un libro di emancipazione, sotto tanti punti di vista, ed è un romanzo buono, ma non buonista, attenzione. Perché qui si raccontano persone buone. E si racconta la malattia”.

“Badante”, una parola “sbagliata: “È una storia di donne”

Veronica Pivetti, che scrive una commedia (“Perché la mia vita è in commedia, quindi cerco di raccontare attraverso il sorriso anche i grandi drammi della vita”), rivela che questo romanzo è nato da un’esperienza personale, l’incontro con la malattia di una persona molto cara e la necessità di trovare un aiuto quando ci si accorge che da soli non si è in grado e non si hanno le competenze necessarie per farlo. “Altro che badanti, come le chiamano! Termine bruttissimo e che sminuisce tutto. Rosa ormai fa parte della nostra famiglia, ed è felicissima di vedere il suo nome in copertina”. Giornate e nottate di duro lavoro, il desiderio di affrancarsi dalle difficoltà economiche che l’accompagnano da sempre, la volontà di costruire un futuro sereno. “La forza della protagonista è nella sua grande umanità, nell’ironia e nell’empatia che la contraddistinguono”. Spiega Veronica Pivetti: “È un’altra storia di donne. Sarò di parte, ma io voglio raccontare le donne. E qui ho scelto di raccontare la realtà delle Rsa, dei malati assistiti in casa, di queste donne che vengono da tutte le parti del mondo – di italiane ce ne sono pochissime – che lasciano la loro vita per aiutare le nostre. C’è chi era maestra, chi faceva teatro, chi ha una laurea in medicina. E ora si trovano qui in situazioni tremende, spesso sottopagate e anche umiliate. E teniamo presente che metà dello stipendio lo mandano al loro Paese per aiutare la propria famiglia”.

Veronica Pivetti e la favola dei giorni nostri, parlando di Alzheimer

Ironica, brillante, divertente e con la capacità di commuovere ed emozionare, Veronica Pivetti scrive una favola dei nostri giorni con un finale inatteso. “Ormai era fuori da qualunque decisione familiare, soprattutto, ironia della sorte, da quelle che la riguardavano”, scrive Pivetti nel suo libro, accendendo un faro sui malati di Alzheimer e dei loro familiari. La storia è ambientata a Milano: “Sì, io sono stata lì per i primi 30 anni della mia vita, anche se ormai da tanti altri vivo a Roma. È una città che amo, e ho voluto omaggiarla con un suo simbolo: la prima della Scala”.

Al centro di tutto c’è Villa Pace e Bene, la Rsa dove lavora Rosa: “Un nome che dice tutto, perché là dentro c’è tutto fuorché pace e bene. E questa cosa mi sembrava divertente, tanto che all’inizio doveva essere il titolo del libro”.

Con ironia e profondità, Veronica Pivetti racconta una grande storia che – per la gioia sua e di RaiLibri che l’ha presa “in prestito” da Mondadori – si appresta già a conquistare migliaia di lettori. In attesa del prossimo libro: “Ci sto già lavorando, e uscirà di nuovo per Mondadori, che ringrazio per avermi dato la possibilità di pubblicare questo libro con le edizioni della Rai che mi hanno fortemente cercata e voluta”.

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2023 16:09