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13enne abusata dall’allenatore di calcio: “Stai zitta o finisco in carcere”

Pubblicato: 22/11/2023 12:51
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Prima la violenza sessuale, poi la manipolazione. Il presunto orco è un allenatore di calcio attivo nel settore giovanile femminile. La vittima è una ragazzina, appena tredicenne. L’uomo, 43 anni, è indagato per violenza sessuale sulla minore.

La violenza sessuale in casa dell’allenatore

Stando a quanto ricostruito dagli organi inquirenti, lo sportivo avrebbe approfittato della ragazzina nella sua abitazione, in un comune dell’entroterra riminese. Secondo le indagini dei carabinieri avviate lo scorso luglio e coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, la 13enne – con il consenso dei genitori – aveva trascorso molte notti a casa del mister, che si era offerto di aiutarla dal punto di vista della preparazione atletica, ma anche su quello emotivo. In quel contesto, secondo l’impianto accusatorio, sarebbero avvenuti gli abusi. 

La violenza sugli uomini esiste, ha forme diverse, colpisce soprattutto i giovani e merita più attenzione

La ragazzina stata già attraversando un momento “buio”

I fatti risalgono al maggio dello scorso anno. In quel periodo la 13enne stava attraversando un momento «buio». A causa di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, i genitori ne avevano richiesto il ricovero presso un reparto di Neuropsichiatria infantile. Proprio in quel contesto, l’adolescente – che si è rifiutata di svolgere un esame ginecologico – ha confidato ai terapeuti, che a loro volta hanno riferito ai parenti, della violenza subita. Le indagini delle forze dell’ordine sono state, infatti, attivate dopo la denuncia da parte della madre.

La chat: “Stai zitta o finisco in carcere”

Ma non solo: gli investigatori hanno appurato i frequenti scambi di messaggi da parte dell’allenatore e la ragazzina. Chat in cui è emerso come il mister, temendo di essere scoperto, avrebbe cominciato a mandare messaggi insistenti alla giovane. Il suo tentativo – secondo gli inquirenti – era quello di convincere la 13enne a non svelare mai “di aver avuto un rapporto sessuale con lui, altrimenti sarebbe finito in carcere”. Elementi, questi, che hanno indotto il gip a disporre nei confronti dell’allenatore il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla giovane e dai luoghi da lei frequentati, oltre che il divieto assoluto di comunicare con qualunque mezzo con la 13enne. 

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