
Nell’epoca del #MeToo e delle marce per i diritti delle donne, sembrerebbe che il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, abbia deciso di viaggiare indietro nel tempo con un verbale. In un’intervista Bandecchi ha dispensato “perle di saggezza” sulla fedeltà, suggerendo che l’adulterio sia un badge d’onore maschile, e che senza, signori, “non siete normali”. Ma non temete, c’è di più: secondo il sindaco, se non tradite, è probabile che finiate per “ammazzare” la vostra compagna. Un’analisi che, oltre ad essere di dubbia base scientifica, arriva come un macigno alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
La risposta della comunità non si è fatta attendere, con Manuela Puletti, guerriera in prima linea contro la violenza di genere, che ha sollevato il cartellino rosso chiedendo a Bandecchi di “scusarsi con il genere umano“. E chi potrebbe biasimarla? Le dichiarazioni del sindaco suonano come un ritornello stonato in una canzone dedicata all’equità e al rispetto.
In un tentativo di psicoanalisi da bar, Bandecchi ha poi delineato la sua visione dei cambiamenti nei ruoli di genere, attribuendo la fragilità maschile e la presunta assunzione di comportamenti “da uomini” da parte delle donne, come causa di una tragedia tanto orrenda quanto il femminicidio. Un’osservazione che, oltre a confondere ruoli di genere con violenza criminale, sembra ignorare secoli di lotte femministe e civili.
Mentre la tempesta mediatica imperversa, Bandecchi non ha ancora offerto scuse ufficiali. Terni, e non solo, attende che il sipario cada su questa commedia degli errori, sperando in una morale della storia che porti a un domani più consapevole e rispettoso. Nel frattempo, possiamo solo sperare che le dichiarazioni del sindaco restino isolate, come note fuori chiave in un concerto altrimenti armonioso di progresso sociale.