
Secondo le stime, oltre 10mila persone hanno partecipato ai funerali di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Le esequie celebrate oggi, martedì 5 dicembre, alle 11 nella basilica di Santa Giustina a Padova, sono iniziate con l’ingresso della bara bianca di Giulia, con sopra rose bianche, accolta da un lungo applauso. Il feretro era accompagnato dai familiari stretti, papà Gino e i due figli, i fratelli della 22enne: Elena e Davide.
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Tantissime le persone accorse in piazza per dare l’ultimo saluto a Giulia Cecchettin. “Essere qui è un dovere morale”, ha detto una delle ragazze in fila circondata da persone di ogni età che nonostante il freddo e la diretta televisiva hanno scelto di essere presenti per dare un segnale contro la violenza contro le donne. Pochi i fiori, come chiesto dalla famiglia che ha chiesto “opere di bene” nel nome della studentessa uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta.
Giulia Cecchettin, chi c’è al funerale della ragazza uccisa dell’ex Filippo Turetta

Sulla facciata della chiesa una gigantografia con Giulia che sorride su un’altalena e la scritta ‘ti vogliamo bene’. Nella basilica 40 familiari stretti, in prima fila papà Gino che ha preparato un discorso, la sorella Elena e il fratello Davide, 360 amici e conoscenti tra cui i compagni e i docenti di Davide. Tra quanti sono arrivati per abbracciare la famiglia di Giulia Cecchettin c’è anche Vincenzo Gualzetti, la cui figlia Chiara è stata uccisa tre anni fa. Presenti alle esequie anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio in rappresentanza del governo, ma anche tanti parlamentari tra cui Antonio de Poli, Laura Boldrini, Alessandro Zan e Andrea Martella. Presente il governatore del Veneto Luca Zaia, quello del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, il sindaco di Padova Sergio Giordani, molti sindaci con il presidente regionale Anci, Mario Conte, la rettrice dell’università Daniela Mapelli.
Funerali Giulia Cecchettin, assente la premier Giorgia Meloni
Sta facendo discutere, in questi momenti, l’assenza della premier Giorgia Meloni, in un primo tempo confermata. Recentemente, la presidente del Consiglio era entrata in polemica con chi l’aveva accusata di essere espressione di una cultura patriarcale ed aveva pubblicato una foto su Instagram con quattro generazioni di donne della sua famiglia, lei compresa. Questo il commento. “Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo. Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di “cultura patriarcale” della mia famiglia”. Parole. Parole cui, per alcuni, dovrebbero seguire fatti. E, forse, la partecipazione ai funerali della povera Giulia avrebbe dovuto essere un atto dovuto.
Sui social le critiche alle istituzioni
Sui social non sono mancate le critiche alle istituzioni, a detta di alcuni utenti latitanti nella maggior parte dei casi che poi hanno una fine tragica come quella di Giulia. “La presenza delle istituzioni al funerale di #giuliacecchettin è completamente inutile se come sempre, solo di rappresentanza. Giulia è morta anche per colpa dello Stato”, si legge. Ieri Luca Zaia ha lanciato un appello per avere una reazione “di comunità”. “Faccio appello ai veneti: diamo un segnale durante le esequie. Ovviamente, chi può”, ma chi può “abbassi la serranda o spenga la luce del negozio per cinque, 10 minuti o per la durata del funerale… O suoni il clacson… Che in Veneto si faccia rumore ma per dire che questi dati sono inquietanti e quindi sì, se ne ne deve parlare a scuola. Ma il senso di comunità è più forte e allora domani come Veneto facciamo qualcosa, ognuno nel suo piccolo dia un segnale“, aveva detto il governatore del Veneto.