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Omicidio dell’ex vigilessa di Temù Laura Ziliani: condannati all’ergastolo le due figlie e Mirto Milani

Pubblicato: 07/12/2023 17:19

Ergastolo per Paola e Silvia Zani e Mirto Milani. La corte d’assise di Brescia ha condannato al massimo della pena tutti e tre gli imputati che l’8 maggio del 2021 Temù, nel bresciano, hanno ucciso Laura Ziliani, ex vigilessa del paese della Vallecamonica e madre delle due imputate.

I giudici hanno accolto la richiesta del pubblico ministero Cary Bressanelli secondo la quale non potevano essere fatte differenze sulle responsabilità dei tre componenti di quello che è stato ribattezzato “il trio criminale”.

Un omicidio familiare

Laura Ziliani, ex vigilessa del piccolo paese della Vallecamonica e madre delle imputate, è stata trovata morta ai lati di un fiume l’8 agosto 2021, segnando l’inizio di un giallo che ha tenuto con il fiato sospeso l’intera nazione. Il pubblico ministero Cary Bressanelli, che ha seguito il caso fin dall’inizio, ha sostenuto l’ergastolo per tutti e tre gli imputati, etichettati come “il trio criminale” durante le indagini.

Il processo ha svelato una storia torbida e complessa, in cui le figlie della vittima hanno ammesso di aver avvelenato e ucciso la madre. Silvia Zani, in particolare, ha dichiarato in aula di aver creduto che la madre volesse avvelenarle, un’ipotesi che ha lasciato molti interrogativi irrisolti. Inoltre, è emerso che il trio aveva già tentato di uccidere la signora Ziliani nell’aprile dello stesso anno, somministrandole tranquillanti in una tisana.

Le indagini hanno inoltre messo in luce il ruolo di Mirto Milani, compagno di Silvia e amante di Paola, il quale è stato descritto come una figura manipolatrice nell’intero episodio. La Procura ha ipotizzato che il movente dell’omicidio fosse legato al desiderio di impossessarsi del patrimonio immobiliare di Laura Ziliani, un movente che gli imputati non hanno mai confessato.

Il caso ha sollevato numerose questioni sulle dinamiche familiari e le relazioni interpersonali, lasciando la comunità locale e l’opinione pubblica nazionale in cerca di risposte. Con la sentenza di ergastolo, si chiude un capitolo tragico nella storia giudiziaria italiana, ma le domande sull’intera vicenda rimangono ancora aperte.

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