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Lo stupratore evaso Federico Marcelli, come lo hanno catturato: era in una tenda mimetica

Pubblicato: 11/12/2023 19:55

Finisce la latitanza di Federico Marcelli, il 49enne di Pesaro che da un mese circa era in fuga. L’uomo, condannato per avere stuprato due ex compagne, è stato arrestato in Umbria dai carabinieri. Stava scontando due condanne per stupro, a sei anni e a quattro anni e quattro mesi, confermate in appello, nella casa della madre nelle Marche.

La latitanza di Marcelli è durata quasi un mese: dal 15 novembre, quando scappò dalla casa di sua madre dove stava scontando i domiciliari, all’11 dicembre. Il 49enne si era spostato con un’auto, mai rilevata dai sistemi di sorveglianza, senza portarsi il cellulare. Sciolto il riserbo sulle modalità dell’arresto, rocambolesche.
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Le modalità d’arresto

Dopo un’iniziale riserbo, gli inquirenti hanno spiegato in che modo sono riusciti a rintracciare e arrestare Marcelli. Si temeva, infatti, che l’uomo volesse raggiungere una delle sue vittime. Dopo un mese di latitanza, i carabinieri di Gubbio e di Perugia sono riusciti a rintracciarlo dopo “complesse indagini” sul territorio e nel territorio rurale di Gubbio. Sono arrivati a un casolare che nascondeva il fuoristrada di piccola taglia acquistato dal latitante prima della scomparsa.

Quando si è visto braccato, Marcelli è riuscito nuovamente a eludere l’arresto. Aveva preparato un piano di fuga dell’ultimo minuto. Nella folta vegetazione circostante, infatti, l’uomo aveva allestito una tenda mimetica per nascondersi e sfuggire all’arresto. Non è riuscito nei suoi intenti. Gli agenti sono riusciti a rintracciarlo e a trarlo in arresto.

Le ricerche dei carabinieri si erano da subito concentrate nell’entroterra della provincia di Pesaro-Urbino, tra i monti e nelle strade sterrate di campagna, boschi e campi che si snodano tra Pianello, Serravalle, Acquapartita, i dintorni di Apecchio e Cagli, alle pendici del Nerone. 

Pur indossando il braccialetto elettronico è riuscito a fuggire

Dopo un periodo trascorso in carcere a Marcelli erano stati concessi gli arresti domiciliari presso la casa materna a Pesaro. Domiciliari che non erano stati accolti positivamente dell’avvocato delle vittime, Elena Fabbri, che aveva messo nero su bianco il rischio di fuga e quello di reiterazione del reato.

Il 15 novembre scorso il triste pronostico si avvera: l’uomo, pur indossando un braccialetto elettronico, è riuscito a far perdere le sue tracce, tanto che sono state disposte misure di sicurezza a tutela delle sue vittime.

Una della due avrebbe dovuto lasciare presto la casa assieme al bambino avuto proprio col 49enne pesarese, ma la preoccupazione che quest’ultimo avrebbe potuto mettersi in contatto col minore ha imposto un prolungamento della permanenza.

La vittima ha raccontato: “Mi hanno portata in una struttura protetta con mio figlio. Lui riuscì a sapere dove si trovava il mio alloggio e lo seppe proprio da chi doveva proteggermi. Così me lo sono visto all’interno della struttura, sorridente e rilassato, con la scusa di vedere il bambino. Voleva dimostrarmi di cosa era capace“.
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Ultimo Aggiornamento: 12/12/2023 17:38