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La grande vittoria del Principe Harry contro i tabloid

Pubblicato: 15/12/2023 20:14

Nella sua lunga lotta contro i tabloid scandalistici, il Principe Harry ha ottenuto una vittoria significativa che potrebbe influenzare l’intero panorama dei media popolari nel Regno Unito. L’Alta Corte di Londra, guidata dal giudice Timothy Fancourt, ha dato ragione al secondogenito di re Carlo III in una causa contro l’editore del Daily Mirror, accusato di aver raccolto illegalmente informazioni private tra il 2006 e il 2011 tramite intercettazioni telefoniche su larga scala.

La causa ha stabilito che in 15 dei 33 articoli denunciati vi era prova di raccolta non autorizzata di notizie riservate riguardanti il principe e il suo entourage, portando a un risarcimento di 140.600 sterline, inferiore ai 320.000 richiesti dai suoi legali. Tuttavia, la sentenza rimarca l’intrusione sistematica dei media nella vita di Harry, iniziata sin dall’infanzia e arrivata a includere forme di hacking del suo telefono.

Harry ha da tempo criticato i metodi dei tabloid e il loro ruolo nella morte della madre, la principessa Diana. Nel suo storico discorso in tribunale a giugno, la prima deposizione di un membro della famiglia reale in oltre un secolo, ha accusato la stampa di avere “le mani sporche di sangue”.

Dopo la vittoria, il suo avvocato David Sherborne ha letto una dichiarazione in cui il duca di Sussex ha espresso soddisfazione per aver sconfitto “il drago”, riferendosi all’editore Mgn (Mirror Group Newspapers) e ad altri tabloid. Il principe ha agito contro il consiglio di altri membri della famiglia reale, che temevano ricadute negative sull’immagine della monarchia.

Il gruppo Mgn si è scusato per gli atti illeciti “storici”, mentre l’ex direttore del Mirror, Piers Morgan, ora anchorman di Talk Tv, ha negato qualsiasi coinvolgimento nelle intercettazioni, accusando Harry di voler “distruggere la monarchia” con il suo comportamento.

Nel suo comunicato, Harry ha anche evocato l’ipotesi di indagini di polizia sulle pratiche illecite, rivelate anche durante l’inchiesta pubblica della commissione Leveson sui tabloid britannici, conclusasi nel 2011.

Infine, il principe ha affermato che la sua “missione continua”, proseguendo nelle cause legali all’Alta Corte per la violazione della privacy contro altri editori come il Daily Mail e il News Group Newspapers, parte dell’impero di Rupert Murdoch.

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