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Il quadro rubato, Sgarbi furioso diffida Report: “Non vi azzardate!”

Pubblicato: 17/12/2023 18:47

Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, ha lanciato un attacco frontale al programma “Report”, in onda su Rai3 e guidato da Sigfrido Rannucci. La mossa di Sgarbi segue la decisione di “Report” di trasmettere un’inchiesta che mette in discussione la legittimità del possesso, da parte di Sgarbi, di un’opera d’arte del ‘600: il quadro “La cattura di San Pietro” di Rutilio Manetti. Secondo il programma, questo dipinto sarebbe stato sottratto nel 2013 dal castello di Buriasco, in Piemonte.
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La disputa si accende attorno alle due narrazioni diametralmente opposte. Da un lato, Sgarbi respinge con forza l’accusa, sostenendo che il dipinto, appartenente alla sua collezione, è stato ritrovato personalmente durante i lavori di restauro della Villa Maldachina a Viterbo. Dall’altro, “Report” afferma che la loro indagine svelerebbe la verità dietro il presunto furto dell’opera. In particolare, il programma cita le dichiarazioni di Gianfranco Mingardi, restauratore che ha lavorato per Sgarbi in passato, il quale sostiene di aver trovato il quadro in un casello autostradale a Brescia Centro, e di averlo in seguito consegnato al critico d’arte.

Sgarbi attacca report quadro rubato

Nella sua difesa, Sgarbi attacca “Report” e il giornale Il Fatto Quotidiano, accusandoli di diffondere notizie false e gravemente diffamatorie. Egli sottolinea il paradosso e l’insulto che rappresentano le loro indagini, etichettandole come esempi di menzogna e dilettantismo. Inoltre, Sgarbi pone l’accento sulle differenze dimensionali tra il quadro di sua proprietà e quello rubato, sfidando chiunque a dimostrare il contrario.

La vicenda si complica con l’intervento dei carabinieri, che hanno iniziato a indagare a seguito dell’inchiesta di “Report”. Il dibattito si intensifica, non solo riguardo alla proprietà dell’opera, ma anche per quanto concerne l’integrità e l’etica giornalistica, con Sgarbi che non esita a denunciare quello che percepisce come un attacco personale e professionale ai suoi danni. La questione resta aperta, con la comunità artistica e mediatica in attesa di ulteriori sviluppi.