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Legge Bavaglio, varata la norma che impedisce alla stampa di pubblicare gli atti d’arresto. Fnsi: “Mattarella non firmi”

Pubblicato: 20/12/2023 13:03

In un colpo che ha lasciato il mondo della cronaca giudiziaria italiano sbigottito, la Camera dei Deputati ha recentemente approvato un emendamento che proibisce la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, mettendo il bavaglio alla stampa e gettando ombre sulla trasparenza dell’informazione.

L’autore di questa legge controversa è Enrico Costa, membro di Azione, il partito di cui è responsabile per la Giustizia. L’emendamento è stato approvato con un voto di 160 favorevoli e 70 contrari, con l’approvazione della maggioranza e l’opposizione decisa del Partito Democratico (Pd), del Movimento 5 Stelle (M5S), e di Azione per una Scelta Responsabile (Avs). Costa ha definito questa mossa come una “norma di civiltà contro il marketing giudiziario”.

In effetti, la legge cambia radicalmente la cronaca giudiziaria in Italia. Finora, le ordinanze di custodia cautelare, documenti che contengono informazioni sui dettagli degli arresti, interrogatori, intercettazioni, perquisizioni e nomi di persone coinvolte, erano pubblicabili e costituivano una parte fondamentale dell’informazione riguardo ai casi giudiziari in corso. Questi documenti erano spesso utilizzati dai giornalisti per narrare storie di cronaca e fornire al pubblico un quadro completo dei casi legali.

Legge bavaglio, cosa significa: impossibile fare i nomi degli arrestati fino alla chiusura delle indagini preliminari

L’emendamento di Costa è riuscito a mettere il bavaglio alla stampa facendo uso di un argomento basato sulla presunzione d’innocenza. La legge stabilisce che l’ordinanza di custodia cautelare non può essere pubblicata integralmente o per estratto fino alla conclusione delle indagini preliminari o fino alla fine del processo. Questa misura è stata presentata come un tentativo di proteggere la presunzione d’innocenza, ma ha sollevato preoccupazioni sulla trasparenza e l’accesso all’informazione.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che inizialmente aveva cercato di opporsi all’emendamento, ha alla fine ceduto per evitare la rottura della sua maggioranza parlamentare. La mossa di Costa ha dimostrato di avere un forte sostegno da parte di Forza Italia, la Lega e Italia Viva, ma è stata critica dai partiti di opposizione.

Critici come l’ex procuratore antimafia Federico Cafiero De Raho, attualmente membro del M5S, affermano che la misura è eccessiva, poiché la custodia cautelare è basata su indizi e non sulla colpevolezza. Questo divieto di pubblicazione rappresenta una svolta significativa nella cronaca giudiziaria italiana e solleva domande sulla libertà di informazione e la trasparenza nel sistema giudiziario del paese.

Fnsi: “Mattarella non firmi”

Le parole della Federazione nazionale stampa italiana sono state diffuse tramite comunicato e manifestato un totale respingimento della legge: “Domani, (21 dicembre 2023, ndr) la Fnsi non sarà alla conferenza stampa di fine anno della premier Meloni e convocherà invece una giunta straordinaria per organizzare la mobilitazione della categoria, assieme alla società civile, contro il nuovo bavaglio al diritto di cronaca rappresentato dal divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare.

Si tratta – prosegue – di un provvedimento liberticida non solo nei confronti dell’articolo 21 della Costituzione, ma anche nei confronti delle libertà individuali. È pericolosissimo che non si sappia se una persona viene arrestata o meno. E non è pericoloso solo per la libertà di stampa, è pericoloso anche per lo stesso destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere».

Per la segretaria generale del sindacato dei giornalisti, «il ricordo delle dittature, dei desaparecidos, delle persone che alle porte dell’Europa vengono fatte sparire senza che nessuno ne sappia nulla, penso ad esempio ad Alexei Navalny, deve far crescere la nostra attenzione, ma anche quella dei direttori dei giornali, che devono essere al fianco dei colleghi in questa lotta, e delle istituzioni. Chiediamo fin d’ora al presidente della Repubblica Sergio Mattarella – conclude Costante – di non firmare una legge che potrebbe essere fonte di immani distorsioni dei diritti”.

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2023 13:18