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Elena Cecchettin: “Quando mio fratello mi ha chiamato per chiedermi dov’era Giulia sono scoppiata a piangere”

Pubblicato: 24/12/2023 12:43

“Quando mio fratello mi ha chiamato per chiedermi se sapevo dove fosse Giulia, ho capito subito e sono scoppiata a piangere“. Concita De Gregorio intervista Elena Cecchettin su Repubblica, dopo la scelta dell’Espresso di pubblicare in copertina il suo volto come Persona dell’anno. “Ci siamo scritte fino alle dieci e mezza di sera. Parlavamo di vestiti, Giulia stava scegliendo quello per la laurea. Sapevo che era con lui, ci siamo scambiate messaggi mentre erano insieme. Fino alle 22.30, appunto. Poi le ho scritto e lei non ha visualizzato”.
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Elena Cecchettin sulla copertina dell’Espresso

“Giulia era buona e temeva che Turetta si facesse del male”

“Lei era una persona buona. Aveva davvero paura che lui si facesse del male. Aveva paura per lui, non di lui. Voleva aiutarlo, credo proteggerlo”. Questo il punto di tutta la vicenda per Elena Cecchettin, intervistata da Concita De Gregorio.

Quella maledetta sera dell’11 novembre, anche se Giulia non visualizzava più i suoi messaggi, dice Elena: “Non mi sono preoccupata, era sabato sera, erano fuori. Ho pensato magari le si è scaricato il telefono. All’una e mezza mio padre ha scritto nella chat di famiglia: Giulia, dove sei? Sono andata a letto e non riuscivo a dormire, sono molto ansiosa, quella notte avevo un’oppressione tremenda. Alle otto di mattina arriva un messaggio di mio fratello che mi chiede sai dov’è la Giuli, non è tornata a casa. Ero in bagno, sono scoppiata a piangere. Ho capito subito”.

De Gregorio le chiede se aveva capito che fosse stata uccisa. “Ho capito che le era successo qualcosa. Sì, ho pensato anche a quello. Non riuscivo a mangiare, non facevo che piangere. Io lo so come sono queste dinamiche, le conosco bene: so come si comporta una persona morbosa di gelosia che ti isola, che non ha amici, che non ama il suo lavoro e ti dice ‘tu sei tutto per me sei la luce’. È un copione sempre identico. Poi certo non tutti i possessivi diventano assassini ma è sempre così che comincia”.

“Sento che avrei dovuto fare di più”

“Le avevo parlato. Ora ovviamente sento che avrei potuto fare di più. Le ho detto che avevo paura di lui e del suo comportamento. Era una relazione di controllo e di abuso. Ma all’inizio di una storia scusi tutto. Lui voleva essere presente in ogni cosa della vita di Giulia. Lei non poteva uscire con le amiche senza dirlo, quasi dovesse chiedere permesso. Non le lasciava spazio, non voleva che lei avesse una vita al di fuori di lui. Alla mia festa di compleanno avevo invitato solo lei. Lui ha tormentato di messaggi Giulia per tutta la sera e poi ha scritto anche a me”.

Per quale motivo non l’ha invitato, chiede De Gregorio. “Avevo antipatia per il modo in cui trattava mia sorella, ma non sono mai stata maleducata. Non avevo pregiudizi su di lui all’inizio, col tempo ho capito che tipo di persona era e di conseguenza lo tenevo a distanza. Una volta mi ha cercata al telefono perché Giulia non gli rispondeva. Inizialmente gli ho risposto dicendogli “lasciale un po’ di aria, lasciala stare”. Lui insisteva. Alla fine l’ho bloccato.

“Giulia si era accorta di tutto questo?”

Certo che Giulia si è accorta che qualcosa non andava, sapeva che io avevo ragione ma come fai a immaginare che la persona con cui stai possa farti del male, non lo vuoi credere possibile. Può persino succedere in qualche momento che tu lo difenda agli occhi degli altri per difendere la tua scelta e per non essere giudicata. Giulia aveva sempre paura di deludere le persone”.

Ed è vero che Turetta non voleva che Giulia si laureasse? “È vero ed è stato il motivo della loro prima rottura. All’università lui andava male, a febbraio le aveva detto: rallenta gli esami, non voglio che ti laurei prima di me. È stato lì che Giulia lo ha lasciato. C’era però una vacanza a Praga programmata, avevano già i biglietti, mia sorella ha deciso di dargli un’ultima possibilità. Sono tornati insieme per due mesi, lo ha lasciato di nuovo a luglio“. Ma la tragedia era dietro l’angolo.

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