Il mondo del basket è in lutto per la scomparsa di Dejan Milojevic, assistente allenatore dei Golden State Warriors, deceduto a soli 46 anni a seguito di un infarto. La tragica notizia è giunta dopo un malore che l’aveva colpito mentre si trovava a cena a Salt Lake City, dove i Warriors avrebbero dovuto affrontare gli Utah Jazz.
Il ricovero immediato all’ospedale locale non è stato sufficiente a salvargli la vita. La gravità dell’evento era stata subito evidente, tanto che la NBA ha deciso di posticipare la partita tra Utah Jazz e Golden State Warriors a una data da destinarsi, segno della serietà della situazione.
Milojevic e i Warriors: una storia breve ma importante
Milojevic, nel team degli Warriors dal 2021, era una figura rispettata e amata nel mondo del basket. Oltre al suo lavoro con i Warriors, era noto per il suo ruolo cruciale nello sviluppo tecnico del giocatore serbo Nikola Jokic, con cui aveva un rapporto molto stretto.
Prima di diventare allenatore, Milojevic aveva avuto una carriera di successo come giocatore, durata 15 anni, durante i quali aveva militato in squadre in Serbia, Spagna, Montenegro e Turchia. Era conosciuto per il suo stile di gioco grintoso, che gli aveva guadagnato il curioso soprannome di “il Charles Barkley serbo”.
La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un vuoto nel cuore di tutti coloro che lo conoscevano. I membri dello staff tecnico degli Warriors e i giocatori della squadra hanno trascorso molte ore al suo fianco in ospedale, testimoniando il profondo legame che Milojevic aveva saputo creare all’interno del team.
La sua morte è un duro colpo per l’intero mondo del basket, che perde non solo un grande professionista ma anche una persona di grande valore umano. Le condoglianze e i messaggi di affetto da parte di colleghi, giocatori e fan si stanno moltiplicando, in un tributo commosso alla sua memoria e al contributo che ha dato a questo sport.