
Un’operazione condotta dai carabinieri ha portato all’arresto di otto membri di una banda dedita a furti e rapine nelle province di Bari e Bat. Gli arrestati, tra cui figura Giovanni Cassano, fratellastro del noto calciatore Antonio Cassano, utilizzavano tecniche sofisticate per introdursi nelle abitazioni.
La banda era nota per il suo approccio metodico e organizzato, che prevedeva l’uso di travestimenti come parrucche da donna, mascherine antiCovid, cappellini e passamontagna per evitare di essere identificati. Tre membri della banda, compreso Giovanni Cassano, sono stati inviati in carcere, mentre gli altri cinque sono stati posti agli arresti domiciliari.
Cassano è già detenuto per altri reati
Secondo le informazioni fornite, Giovanni Cassano, attualmente detenuto nel carcere di Taranto per un’altra vicenda giudiziaria, è già noto alle forze dell’ordine per reati simili e per la sua presenza sui social media, dove si è distinto per video pubblicati su TikTok anche durante un periodo di arresti domiciliari.
L’inchiesta, denominata “Infiniti” e coordinata dalla pm Carla Spagnuolo, ha preso avvio nel 2020 a seguito di due furti avvenuti a Castellana Grotte e Conversano. Le indagini, che hanno richiesto un lavoro meticoloso e sofisticato, hanno rivelato l’esistenza di una banda che utilizzava automobili di grossa cilindrata per compiere i furti, scardinando le casseforti con la fiamma ossidrica e portando via denaro, gioielli e altri oggetti di valore.
Sceglievano le vittime e preparavano i colpi: il metodo della banda
Le vittime venivano selezionate attraverso studi approfonditi sulle loro abitudini di vita e disponibilità economiche. In alcuni casi, le chiavi delle abitazioni venivano sottratte ai proprietari o riprodotte con l’aiuto di complici, come un ferramenta e un’agenzia di pratiche automobilistiche.
Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti 110mila euro in contanti, passamontagna, radio ricetrasmittenti, telefonini dedicati e chiavi universali, tutti elementi che hanno contribuito a consolidare le prove contro i membri della banda.
Il procuratore Roberto Rossi ha sottolineato l’importanza degli strumenti investigativi sofisticati nell’affrontare questo tipo di reati, che violano l’intimità delle persone e richiedono indagini complesse. Questo caso mette in luce la necessità di un impegno costante e di risorse adeguate per combattere efficacemente la criminalità organizzata e proteggere i cittadini.