
Circa un mese dopo il devastante terremoto che ha causato oltre 100 vittime, la Cina è stata nuovamente scossa da un potente sisma. Nella notte, una scossa di magnitudo 7,1 ha colpito la regione dello Xinjiang, nel nord-ovest della Cina, vicino al confine con il Kirghizistan. Fortunatamente, le prime notizie indicano che non ci sono state vittime, probabilmente grazie alla scarsa densità di popolazione dell’area montuosa più colpita.
Nonostante l’assenza di morti, si registrano feriti e danni significativi. Almeno 6 persone sono state estratte vive dalle macerie e si teme che il bilancio possa aggravarsi. Si contano 47 abitazioni distrutte, oltre a numerose stalle. Inoltre, la fornitura di energia elettrica è stata parzialmente interrotta e sono in corso controlli sulle infrastrutture, con un focus particolare su strade e ferrovie per valutare eventuali danni.
Il terremoto ha avuto luogo alle 02:09 ora locale, con epicentro a una profondità di 22 chilometri. La zona più colpita è stata la contea di Wushi, nella prefettura di Aksu, secondo i dati forniti dal Centro cinese per le reti sismologiche. Diverse scosse di assestamento sono seguite, la più forte delle quali di magnitudo 5,3. Secondo l’Agenzia sismologica dello Xinjiang, citata dal China Daily, l’epicentro è stato localizzato a circa 50 chilometri da Wushi, influenzando cinque villaggi nel raggio di 20 chilometri. La scossa è stata avvertita anche in città lontane come Kashgar, Hotal e Urumqi, dove sono stati segnalati edifici che hanno tremato fino agli ultimi piani.
In risposta all’emergenza, le autorità locali e provinciali hanno inviato squadre di soccorso e emergenza, mobilizzando 800 persone, 182 veicoli e 32 cani da ricerca. L’attenzione si concentra ora sulle operazioni di soccorso e sulla valutazione dei danni per garantire la sicurezza e il supporto necessari alle popolazioni colpite.