
Nel Regno Unito è allarme morbillo. L’emergenza domina le prime pagine dei giornali: ieri era stato il caso del Daily Mail, oggi del Sunday Times, che titola: “Un terzo degli under 16 britannici è a rischio”. La situazione è talmente grave da richiedere l’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria per far vaccinare quanto prima i bambini non ancora protetti. Quasi 3 milioni e mezzo sotto i 16 anni secondo i dati del servizio sanitario nazionale inglese.
In Europa a situazione nel resto d’Europa e in Italia tra gennaio e ottobre 2023 sono stati segnalati oltre 30mila casi da 40 dei 53 Stati membri della regione. Rispetto ai 941 del 2022, è un aumento di oltre 30 volte. In Italia, dal 1 gennaio al 31 agosto 2023, sono nove casi confermati di morbillo. Tutto questo in un momento in cui sono alate le vaccinazioni. Ma come sta evolvendo la situazione?
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Un solo bambino malato può contagiare fino a 10-15 persone
Il pediatra Ronny Cheung dell’ospedale pediatrico Evelina di Londra ha dichiarato in tal proposito: “È preoccupante, ma non del tutto sorprendente, vedere un altro focolaio di morbillo nel Regno Unito. La copertura vaccinale per i bambini sotto i 5 anni è ora la più bassa che sia mai stata registrata negli ultimi 10 anni”. In base ai dati del Servizio Sanitario Nazionale, circa l’85% dei bambini in Inghilterra ha ricevuto le due dosi del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia entro i cinque anni di età, un dato al di sotto del tasso di vaccinazione raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e necessario per ottenere l’immunità di gregge che è di almeno il 95%.
Si accoda alle considerazioni di Cheung, Alberto Villani, responsabile di Pediatria generale dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: “Un solo bambino malato può contagiare fino a 10-15 persone. Per questo non bisogna mai abbassare la guardia, neppure quando la malattia viene ritenuta sotto controllo. Purtroppo, l’allarme scatta soltanto quando ci sono molti casi come sta avvenendo ora in Gran Bretagna ma è una malattia seria: se non si vaccinano tutti i soggetti in età evolutiva e non si mantiene alta l’immunizzazione non se ne viene fuori perché è una malattia che ha una diffusività incredibile”.
A spiegare il ritorno del morbillo in Gran Bretagna potrebbe essere anche la sua caratteristica stagionalità: “In genere dopo un picco di casi passano 3-5 anni e si verifica un nuovo picco” spiega Villani ricordando che proprio nel 2017, quando l’Inghilterra dichiarava di avere ormai eradicato la malattia, in Italia ci fu un boom di casi: “Quell’anno abbiamo avuto oltre 5mila casi di morbillo in Italia con decessi anche tra gli operatori sanitari e moltissimi malati anche in regioni virtuose come il Veneto tant’è vero che si decise di rendere obbligatorie le vaccinazioni anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella per l’accesso a scuola”. Villani continua spiegando: “Si tratta di una malattia a cui i medici, sia i pediatri ma soprattutto i medici dell’adulto, non sono più abituati a pensare e questo può causare errori di valutazione”.

Come si affronta il morbillo?
Per tentare di superare l’emergenza, a metà gennaio il Sistema sanitario inglese ha lanciato una campagna di vaccinazione. I servizi sanitari contatteranno tutti i genitori di bambini non vaccinati di età compresa tra 6 e 11 anni ed è stata anche lanciata una campagna di sensibilizzazione sui vaccini in più lingue. I tassi di vaccinazione sono più bassi a Londra, dove solo il 74% dei bambini ha ricevuto due dosi del vaccino. Due dosi sono efficaci al 97% contro il contagio da morbillo.
In Italia, purtroppo, c’è stato un calo della copertura vaccinale: “Possono esserci diverse cause e anche da noi la pandemia ha avuto delle conseguenze. Ora servono campagne istituzionali efficaci e deve essere garantito un accesso comodo ai centri vaccinali in modo da incoraggiare le famiglie. Anche i mass media giocano un ruolo importante e possono dare un contributo spiegando bene l’importanza delle vaccinazioni, la loro sicurezza e la gravità delle malattie”, risponde Villani.
A preoccupare, però, sono le possibili complicanze. “Si possono avere problemi banali come la diarrea o l’otite o più importanti come la polmonite che è abbastanza frequente e interessa un paziente ogni 20-30″, sottolinea il pediatra del Bambin Gesù. Ma possono insorgere anche complicanze preoccupanti come quelle neurologiche: l’encefalite da morbillo, per esempio, riguarda circa uno, due casi ogni 1000, il decesso è di due casi su 1000. “Ci possono essere complicanze neurologiche e quella più grave è la panencefalite sclerosante subacuta, una malattia progressiva neurologica che non ha soluzione e si manifesta a circa 7-10 anni di distanza dall’infezione. Considerando l’alta contagiosità della malattia e il fatto che inizialmente non mostra sintomi, l’unica cosa da fare è vaccinarsi tanto più se si ha in programma un viaggio in Inghilterra, ma comunque a prescindere”.