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Monia accusata di duplice infanticidio: per lei lo stesso psichiatra di Alessia Pifferi

Pubblicato: 01/02/2024 10:04

Quando il cuore del suo bambino, Mattia, andò in affanno, il 25 ottobre 2022, Monia Bortolotti non chiamò non chiamò subito i soccorsi: impiegò 15-20 minuti. Un ritardo giudicato “sospetto” dagli inquirenti, che oggi la accusano di duplice infanticidio.
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Mattia aveva un dispositivo per controllare il cuoricino

La pm Maria Esposito e i carabinieri della Sezione operativa di Bergamo hanno in mano due dati oggettivi, sul punto: l’orario della chiamata di aiuto e quello esatto della morte del bimbo, avvenuta al mattino nell’appartamento a Pedrengo. Questo perché i medici del Papa Giovanni XXIII, dove era stato portato cianotico il 14 settembre per essere dimesso il 17 ottobre 2022 — ricostruisce il Corriere – impiantarono al piccolino un dispositivo sottocutaneo in grado di registrare la sua attività cardiaca. Di fronte ad analisi che non avevano riscontrato problemi di salute o difetti congeniti, ma con il tragico precedente del 15 novembre 2021 della sorellina Alice, 4 mesi, e la corsa in ospedale a neanche venti giorni dalla nascita per quelle strane difficoltà respiratorie, i pediatri volevano tenere monitorata la situazione. E così, quello del presunto ritardo nella chiamata ai soccorsi per il bambino è tra i gravi indizi di colpevolezza evidenziati.

La difesa ricorre in Cassazione

La difesa dell’avvocato Luca Bosisio, ora alla prova della Cassazione per ritentare di ottenere una misura meno afflittiva, come potrebbero essere i domiciliari nella casa di Gazzaniga del padre adottivo della ragazza. La decisione dovrebbe arrivare entro un mese. Nata in India e cresciuta fra lezioni di danza e di violino, con un difficile rapporto con la madre, la 27enne nega ogni accusa e spiega che si trattò di una morte in culla per Alice, come in origine stabilito, e un’azione colposa nel caso di Mattia. (Continua a leggere dopo la foto)

Monia Bortolotti: stesso perito di Alessia Pifferi 

I giudici bresciani, tuttavia, hanno confermato la lettura del gip, insistendo sia sul quadro indiziario sia sul carcere, dove ora la 27enne si trova dopo due mesi piantonata in Psichiatria. Se lo rimarrà, dipende anche dalla perizia chiesta dalla pm. Sarà discussa in incidente probatorio il 9 maggio. Per il gip si esprimeranno i medici Patrizia De Rosa ed Elvezio Pirfo, quest’ultimo nominato anche nel processo per un altro delitto, altrettanto agghiacciante, che ha sfiorato la Val Seriana, quello di Alessia Pifferi. Ancora una madre accusata di avere lasciato morire, in quel caso di stenti, la figlioletta.
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La morte della prima figlia

Per Alice, riesumata a inizio 2023, l’autopsia non fu in grado di dare risposte, per Mattia certifica una «asfissia meccanica acuta da compressione del torace». La donna spiega di essersi addormentata e di averlo schiacciato. Poi ci sono le testimonianze sul presunto movente: l’insofferenza al pianto. Un’infermiera la sorprese stringere forte Mattia al petto per farlo smettere. E Alice fu portata al pronto soccorso per «pianto inconsolabile». L’ipotesi, scrive il Corriere, è che la bimba fu soffocata con un cuscino, il fratello con un abbraccio mortale.