
Nelle prime ore di oscurità, la tranquillità del lungolago di Caviate, presso Lecco, è stata squarciata da un tragico incidente che ha visto coinvolte due giovani vite. Intorno alle 2.30, in un tratto adiacente all’uscita della Superstrada 36, un’auto con a bordo due ventenni è tragicamente uscita di strada, ribaltandosi. Le vittime, di 21 e 22 anni, non hanno avuto scampo, lasciando una comunità in lutto.
Nicholas e Simone Combi avevano 20 e 21 anni. L’incidente ha ucciso loro e mandato all’ospedale in codice rosso un altro ragazzo, che al momento è gravissimo.’allarme è stato immediatamente dato da altri automobilisti di passaggio, che hanno assistito alle drammatiche conseguenze dell’incidente. Sul posto sono rapidamente intervenuti i soccorsi, coordinati dall’Areu, comprensivi di polizia, vigili del fuoco e un’unità di elisoccorso, che hanno lavorato con dedizione per gestire le conseguenze dell’accaduto.
La dinamica dell’incidente è ancora sotto indagine dalle forze dell’ordine, le quali stanno cercando di ricostruire esattamente cosa sia accaduto nelle fatidiche ore che hanno portato al rovesciamento del veicolo e alla perdita di due giovani vite. La comunità di Lecco è stata scossa da questa tragedia, che ricorda dolorosamente come la strada possa trasformarsi in un luogo di pericolo mortale.

Questo incidente solleva nuovamente interrogativi sulla sicurezza stradale, in particolare nelle ore notturne, e sulla necessità di rafforzare le misure preventive per evitare che simili tragedie si ripetano. La perdita di questi giovani è un monito per tutti, un doloroso promemoria della fragilità della vita e dell’importanza di guidare con prudenza e responsabilità.
Mentre la comunità piange i suoi giovani, le autorità sono al lavoro per fare luce sull’accaduto, nella speranza che la giustizia possa offrire qualche consolazione alle famiglie devastate dalla perdita. La strada verso la comprensione e la prevenzione di tali incidenti è lunga, ma è dovere di tutti percorrere quel cammino con impegno e dedizione, in memoria di chi non può più farlo.