
“Filippo vive in condizioni disumane da quasi un anno”. Lo dice all’Adnkronos Armida Decina, avvocato di Filippo Mosca, il 29enne detenuto nel carcere di Porta Alba di Costanza, in Romania, che ha avuto dalla famiglia l’incarico di occuparsi della richiesta di estradizione, che potrà essere presentata solo quando la sentenza sarà definitiva. Una storia simile a quella di Ilaria Salis detenuta in Ungheria.
Filippo è detenuto in una cella di 30 metri quadrati con altri 24 detenuti, per wc un buco per terra, scarafaggi e sporcizia ovunque, il pasto servito attraverso le sbarre delle celle. “La notizia è che la madre, mi ha detto che dopo le nostre diverse iniziative Filippo Mosca è stato spostato in una cella con 5 persone italiane. Aveva rischiato di morire, era stato aggredito e lo stavano per accoltellare. Una situazione peggiore di quella di Ilaria Salis. In Europa non si possono accettare situazioni del genere”. A dirlo è Rita Bernardini, presidente dell’associazione “Nessuno tocchi Caino”, a ZTL in onda su Giornale Radio.
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Le parole dell’avvocato di Filippo
L’avvocato di Filippo, Decina, ha dichiarato: “C’è comunque stata anche una palese violazione del diritto di difesa – sottolinea il lehgale – ma riguardo a questo la Cedu prevede che siano esperiti tutti i tentativi interni giurisdizionali: primo, secondo e terzo grado. In particolare – dice – nel processo sono state utilizzate delle intercettazioni che non erano autorizzate e il cui contenuto è stato completamente alterato: è stato tradotto in maniera totalmente sbagliata. Proprio per questo la difesa, un avvocato romeno che segue il caso sul posto, ha nominato un consulente di lingua romena che ha confermato che la trascrizione è sbagliata”.
“Appena fatto l’ingresso in istituto – si legge nell’interrogazione – Filippo M. è stato messo in isolamento covid per 21 giorni in una stanza invasa dai topi e zeppa di escrementi anche sui materassi, vecchi e maleodoranti; successivamente il ragazzo è stato spostato in una cella di circa 35 mq dove alloggiano 24 detenuti, in condizioni igienico-sanitarie immonde, con un buco per terra per fare i bisogni, sporco e nauseabondo, e con la possibilità di lavarsi una volta a settimana, raramente con l’acqua calda, in docce che consistono in tubi che fuoriescono dalle pareti senza separazioni per preservare un minimo di privacy; anche i riscaldamenti non funzionano mentre fuori ci sono temperature che in inverno raggiungono i 10 gradi sottozero: a Filippo è stato anche vietato di poter ricevere una coperta; l’alimentazione fornita dall’istituto consiste in una sgradevole poltiglia servita con il mestolo”.
Inoltre, spiega Giachetti nell’interrogazione, il 26 gennaio scorso è “stato aggredito da un compagno di cella riportando una ferita al labbro e ustioni ad una gamba e rischiando di essere accoltellato da un altro recluso”.
“Mosca è un ragazzo incensurato che non ha mai avuto problemi con la giustizia”, conclude il deputato che chiede quindi al ministro degli Esteri “cosa intenda fare tramite la propria rappresentanza diplomatica per tutelare e assistere il cittadino italiano”.

Per cosa è stato condannato Filippo
Secondo quanto reso noto, il 29enne sarebbe stato arrestato in occasione del suo viaggio in Romania a inizio del maggio scorso. Il pacchetto posseduto dal giovane conteneva 150 gr, tra marjuana, ketamina e mdma. “In caserma li hanno praticamente sequestrati per 48 ore – racconta -, impedendo loro di chiamare un avvocato o un interprete italiano, e proceduto a intercettazioni ambientali, senza avere le autorizzazioni necessarie. Poi hanno emesso un’ordinanza di custodia cautelare”. Da lì incomincia il calvario di Filippo.
Il 29enne, originario di Caltanissetta, è detenuto in Romania dall’inizio di maggio dell’anno scorso in condizioni disumane e degradanti, secondo quanto ha denunciato la madre Ornella Matraxia. La donna ha raccontato la vicenda spiegando che il figlio è stato arrestato il 3 maggio 2023 mentre era in Romania per partecipare al festival di musica Mamaia. Ha ricevuto una condanna in primo grado a otto anni e sei mesi di carcere. La madre ha espresso la sua angoscia “sia per come si è svolta finora la vicenda processuale sia, soprattutto, per le modalità dell’esecuzione penale in carcere”.
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