
No al patteggiamento per Bogdan Pasca, il cittadino romeno che il 17 luglio del 2023 investì e uccise il quindicenne Valentino Colia lungo la via Kennedy a Garbagnate. Il Giudice per l’udienza preliminare questa mattina si è espresso in merito all’accordo di patteggiamento che era stato raggiunto tra gli avvocati difensori di Pasca e il Pubblico ministero, accordo che prevedeva di far scontare al 33enne romeno quattro anni di carcere per l’uccisione di Valentino.
L’accordo aveva suscitato lo sconcerto dei genitori di Valentino Colia, poiché il romeno alla guida del furgone quella tragica sera era privo di patente e risultato al di fuori dei limiti alcoolici consentiti dalla legge. Aggravanti che nell’accordo sarebbero state compensate dalla buona condotta avuta da Pasca dopo l’incidente e dall’aver accettato l’avvio di un percorso di recupero.
“Non ci può essere perdono né sconto di pena, mi spiace. Mio figlio aveva 15 anni”: sono le parole di Emilia, la mamma di Valentino.
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I fatti
Quel giorno di luglio il 33enne, cittadino romeno, era in strada col furgone della ditta per cui lavorava. Era in affidamento in prova ai servizi sociali per scontare una condanna definitiva per furto, maltrattamenti in famiglia e ricettazione. Andava a circa 80 km/h, con limite di 50, quando investì, ubriaco e senza patente, i due ragazzi in bici e che stavano attraversando sulle strisce.
L’avvocato Daniele Silvestre, legale di Pasca, aveva proposto il patteggiamento a 4 anni, con l’ok del pm, evidenziando come attenuanti la collaborazione dell’arrestato alle indagini e il percorso di recupero che stava svolgendo in carcere. L’uomo era già stato denunciato diverse volte dal 2016 in poi, in seguito a controlli, per guida in stato di ebbrezza e senza patente.
Il legale della famiglia di Valentino: “Serve una pena adeguata”
L’avvocato Carlo Fontana ha spiegato la decisione di dire “no” al patteggiamento: “Ci siamo opposti prima di tutto per violazione di legge, dato che l’accordo tra accusa e difesa prevedeva l’equivalenza delle attenuanti con le aggravanti contestate. Aggravanti infinite non solo la guida in stato d’ebbrezza e la guida senza patente, ma anche il fatto che lui fosse in affidamento ai servizi sociali e che ad oggi non c’è stato alcun risarcimento per la famiglia e poi ancora l‘eccesso di velocità e le sue plurime recidive alla guida. Era stato anche denunciato dal datore di lavoro perché quel giorno si era appropriato del mezzo della ditta, quello che guidava quella sera”. Si era opposta al patteggiamento anche l’associazione vittime della strada.
Il legale, dopo la decisione del giudice, ha chiarito che il gup ha rigettato il patteggiamento perché “incongruo a livello di pena e non conferme”. Ora l’imputato potrà essere processato con rito abbreviato davanti ad altro gup. “Serve una pena giusta, quattro anni sarebbero stati un colpo di spugna”, ha aggiunto il legale Fontana.
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