
Il paese, l’Italia, è divisa. Meloni vs Schlein? No. Geolier vs Mango. Da un lato la discografia che produce istant disk, dall’altro il talento fatto in casa da Mamma e Papà, il compianto Pino. Angelina con quella voce suadente, duttile, sbarazzina, a volte estiva nella disco napoletana del che t’o dico a fa’, altre struggente come nel ricordo del Lucano Pino, uno degli artisti più interessanti del fine millennio, sarebbe la vincitrice ideale del nostro nazional, popolare, a volte provinciale, nel senso buono Festival.
Nessuno vince contro le case discografiche
Quando mai ha vinto qualcuno di Basilicata coast to coast. Forse solo nel festival di Scanzano Jonico raccontato nel delizioso film di Rocco Papaleo. Ma la Spectre discografica sta pompando altre meteore e del talento si fa un baffo. Eppure Angelina è perfetta sia nel senso buono, fresca, brava, dotata di capacità canore, sia nel senso sociale per un Paese, fermo e sospeso come il nostro. La sua canzone Ci pensiamo domani potrebbe essere il nuovo inno nazionale al posto del vetusto Mameli, che come i Ricchi e Poveri richiamiamo in TV come i riservisti di Crosetto.