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Lettera aperta a Mara Venier: “La musica italiana è impegnata. Altro che divertimento…”

Pubblicato: 12/02/2024 15:52

Cara Mara Venier,

Mi permetto di rivolgere a te questa lettera aperta per riflettere insieme sul valore e sul significato profondo che la musica italiana ha avuto e continua ad avere nel nostro paese. È emerso recentemente un episodio durante il quale hai interrotto Dargen D’Amico mentre toccava il tema dell’immigrazione, sottolineando il desiderio di mantenere un clima di puro divertimento. Tuttavia, credo sia fondamentale riconoscere come la tradizione musicale italiana abbia radici profonde non solo nel divertimento ma anche, e forse soprattutto, nell’impegno politico e sociale.
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La storia della musica italiana è costellata da figure emblematiche come Fabrizio De André, Francesco Guccini e Giorgio Gaber, che hanno sempre intessuto nelle loro opere tematiche di forte impatto sociale e politico. De André, ad esempio, con canzoni come “La guerra di Piero” o “Bocca di Rosa“, ha saputo raccontare storie di emarginazione, ingiustizia e amore, trasmettendo messaggi di profonda umanità e critica sociale. Guccini, attraverso brani come “La locomotiva“, ha narrato la resistenza individuale contro le oppressioni del sistema, mentre Gaber con “Il conformista” ha messo in luce la critica verso la società borghese e il pericolo dell’omologazione.

Inoltre, artisti come Luigi Tenco, con la sua “Ciao amore, ciao“, hanno saputo esprimere il disagio e la critica verso una società che sembra non ascoltare le esigenze del singolo, dimostrando come la musica possa essere un potente mezzo di denuncia sociale. Insomma, gli esempi potrebbero essere infiniti: la storia della musica italiana ha dimostrato ampiamente che parlare di musica significa parlare di ciò che la musica ci vuole dire, e spesso la musica ci vuole parlare di denuncia e politica.

Negli ultimi anni, questa tradizione di impegno si è perpetuata e rinnovata attraverso le voci di artisti contemporanei e del mondo del rap italiano, come Rancore e Murubutu. Rancore, con la sua capacità unica di fondere liriche complesse a tematiche sociali profonde, e Murubutu, che nel suo storytelling affronta argomenti storici e attuali con grande maestria, dimostrano come la musica possa essere uno strumento potentissimo di riflessione e denuncia sociale.

La musica è lo specchio dei tempi“, come disse Bob Dylan, un’affermazione che trova conferma anche nel panorama musicale italiano. La musica, infatti, non ha solo il potere di divertire ma anche di emozionare, educare e soprattutto far riflettere, fungendo da catalizzatore per il cambiamento sociale.

In un’epoca in cui i temi dell’immigrazione, dell’uguaglianza e della giustizia sociale sono più attuali che mai, il contributo degli artisti che scelgono di affrontare queste tematiche non può e non deve essere sottovalutato. Invito quindi, con rispetto e affetto, a considerare queste riflessioni, nella speranza che la musica possa continuare a essere uno spazio di libertà espressiva, dove ogni voce, anche quella che parla di tematiche scomode, possa trovare ascolto.

Con stima

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2024 16:52