
L’ Europa in campagna elettorale si sta frazionando tra due mezze verità. Da un lato un Green Deal dirigistico e quasi analogico sui temi trattati, fatto male, senza consenso democratico, ipocrita e insignificante sulle dimensioni del problema, visto che l’Europa rappresenta solo l’otto per cento delle emissioni globali di CO2. Dall’altro i trattori, il mondo arcaico primario che chiede sconti e sgravi fiscali. Non pensando che il tema della sostenibilità è un tema che colpisce loro per primi. Alluvioni e siccità dovrebbero insegnarglielo. Le azioni concrete da fare per loro sono chiare, se vogliamo mantenere in piedi questa filiera dorsale europea, che non è solo produttiva ma culturale.
L’agricoltura crolla e i contadini eroi salvano i territori dalla desertificazione
Dovremmo sostenere con un PNRR apposito i piccoli agricoltori che tengono in piedi territori che si desertificano, che hanno una crescita di rischio idrogeologico. Si è colpevolizzato per decenni Sicilia e Calabria sui forestali, che altro non erano che contadini prestati agli Enti Locali, ma come sarebbe stato quel territorio senza nessun intervento? Sarebbe già desertificato da tempo. Il problema è semmai la qualità della spesa, il controllo delle opere, lo scambio clientelare. Ma che serva un welfare e misure di sostegno ed innovazione in agricoltura è lapalissiano. Intanto sulle filiere commerciali in mano alla speculazione finanziaria, che schiacciano esageratamente i produttori a favore di una serie di intermediari.
Cosa fare? La DC fece i consorzi agrari per esempio, bisognerebbe fare qualcosa più al passo con i tempi. Impedire l’arrivo di truffe dal resto del mondo, abbiamo eliminato dazi ma il parmesan è truffa bella e buona, peggio delle borse false di Gucci nei mercatini. Oppure l’olio che viene da fuori Italia o Europa spacciato per extravergine italiano. E poi transizione ecologica ed agricoltura si possono tenere insieme facilmente se si vuole. Se concedessimo in autorizzazione automatica europea mezzo ettaro di fotovoltaico, con finanziamento bancario apposito per l’istallazione, ad ogni 10 ettari di terreno agricolo coltivato i nostri piccoli e medi agricoltori, soprattutto quelli del Sud, respirerebbero sui ricavi e contribuirebbero alla transizione. A meno che non ci sia una strategia, in particolare nel Sud Europa, a desertificare le zone interne per poi svenderle alle multinazionali delle energie alternative, che avranno i mega progetti approvati perché il Green Deal è buono e giusto. È buono e giusto se aiuta le persone a vivere meglio, in un mondo più sostenibile, in un ecosistema che non si snatura, non a fare crescere il capitale finanziario.