
Ci sono risvolti sul tentato omicidio di Waltraud Kranebitter, la donna di 61 anni accoltellata in garage, al civico 8 di via Cavour, a Bolzano. Vediamo cos’è successo.
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Cosa è accaduto in quel garage
È la mezzanotte di martedì e, nell’appartamento al piano terra via Cavour, di salta la luce. Così, Waltraud Kranebitter, che è in casa mentre i nipotini dormono, esce lasciando la porta aperta. Prende l’ascensore e scende al piano interrato, dove ci sono i contatori. Ai quali però non riesce ad arrivare, perché qualcuno la aggredisce ferrandole una coltellata alla gola. La donna resta a terra agonizzante, riversa in un lago di sangue. A trovarla, ancora cosciente, un vicino che chiama i soccorsi. Kranebitter viene portata in gravi condizioni all’ospedale San Maurizio, dove è ricoverata in coma farmacologico.
Chi è Waltraud Kranebitter
La 61enne, austriaca e fisioterapista ginecologica piuttosto conosciuta in città, con un ambulatorio in via dei Vanga, è sposata con Robert Auer, consigliere di circoscrizione del quartiere Centro-Piani-Rencio dell’Svp. Hanno una figlia, a sua volta sposata con un trentacinquenne di origini nigeriane, residente in Germania e che di recente aveva ottenuto anche la cittadinanza italiana. Il matrimonio era stato celebrato pochi anni fa in Comune, a Bolzano: i due sono genitori di due bambini piccoli. Ma da qualche mese qualcosa nel loro rapporto si era incrinato. Tanto che la giovane donna, che fino a qualche mese fa viveva in Germania con il marito, si era trasferita a Bolzano con i figli e viveva proprio nell’appartamento di via Cavour.
I sospetti sul genero, 35enne nigeriano
Sono stati i famigliari di Kranebitter a mettere gli inquirenti sulle tracce del genero (che al momento non risulta indagato). Anche alla luce del fatto che, recentemente, si erano rivolti al centro antiviolenza della Gea, la cooperativa sociale che si occupa delle donne vittime di violenza e dei loro figli. «Hanno detto a mia figlia di chiamare subito il 112, nel caso in cui si fosse avvicinato», ha detto ieri mattina Auer davanti alle telecamere. Ed è proprio la pista del genero quella che battono gli inquirenti. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Bolzano insieme ai colleghi del nucleo investigativo che hanno riferito di aver «avviato indagini a 360 gradi per ricostruire la dinamica, nonché scoprire l’autore del tentato omicidio».
La sera precedente un altro blackout
Al momento, del genero non c’è traccia, e nemmeno dell’arma del delitto. Ieri mattina, nel seminterrato del palazzo, restava solo un’impressionante pozza di sangue per terra, e altre tracce sul muro e sulle porte scorrevoli dell’ascensore. Gli inquirenti sono in contatto con le autorità tedesche, ed è probabile che verranno sentiti alcuni conoscenti a Bolzano, ai quali l’uomo potrebbe essersi rivolto. Tra le ipotesi al vaglio, riporta il Corriere della sera, c’è quella che fosse in città già da qualche giorno e che potesse aver studiato movimenti e abitudini di vita della donna, per scegliere il momento migliore per colpire. E il fatto che anche la notte prima dell’aggressione, quella cioè tra lunedì e martedì, il contatore di Kranebitter fosse saltato, insieme ad altri due (tra i pochi senza etichetta col nome del proprietario del relativo appartamento), potrebbe non essere un caso. A riferirlo è stato un vicino di casa: «Sarà stata l’una, l’una e mezza — dice —. È saltata la luce e sono sceso al piano interrato. Ho visto che c’erano tre contatori saltati, quelli degli interni 1, 2 e 3».
I filmati delle telecamere
Il titolare del bar di fronte al condominio, intanto, fa sapere di non aver notato movimenti sospetti, martedì sera. «Ho controllato anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza che danno verso la strada — spiega —. Tra le 21 e l’una di notte non si vede entrare né uscire nessuno». Immagini che sono già state acquisite dai carabinieri, insieme a quelle di tutta la zona. Ma non è detto che l’aggressore sia necessariamente entrato dalla porta principale del palazzo. Potrebbe essere passato per un’entrata secondaria, magari quella sul retro del palazzo.