
Euno, chi era costui? Per coloro che hanno studi classici – sempre di meno – fu un protagonista delle ribellioni degli schiavi, come Spartaco, contro l’oppressione di Roma. Per un certo tempo governò, in spregio al potere romano, la Sicilia, conquistando con il suo verbo gli ultimi e gli sfruttati – come spesso sono i siciliani, che nel loro piccolo, a volte, si incazzano. Cuffaro, visto in TV come un San Sebastiano infilzato dagli arcieri agli ordini di Corrado Formigli, perché si è prestato al martirio?
Perché ha bisogno delle visibili catene dell’oppressione, per rappresentare gli oppressi siciliani, abbandonati dal potere romano, a cui, al tempo del maggioritario, servono meno i loro voti. Sempre meno soldi, assistenzialismo, servizi, infrastrutture, e con l’autonomia differenziata il divario con il resto del Paese è destinato a crescere esponenzialmente. In questo quadro Cuffaro vuole essere come Euno, rappresentare coloro che non si vogliono assoggettare alla nuova politica della non rappresentanza, quella della comunicazione senza politica, senza territorio. Lui è un uomo del proporzionale, l’ultimo dei Mohicani della Prima Repubblica. Sa di non potere vincere nella Sanremo maggioritaria della politica, ma Loredana Bertè con Pazza, non è arrivata ultima, ma al settimo posto. E a Cuffaro questo basta e avanza, per ricominciare a far crescere la sua Nuova DC.