
Mistero e dubbi avvolgono la morte di Aleksej Navalny: la madre del dissidente, Lyudmila Navalnaya, si è recata al carcere dove è deceduto il figlio, scoprendo che il corpo non si trova all’obitorio né presso l’ufficio del medico legale. La rivelazione, resa nota dalla portavoce dell’oppositore, Kira Yarmysh, su X, aggiunge ulteriori interrogativi sulla gestione della vicenda da parte delle autorità russe. Nonostante le assicurazioni ricevute, l’avvocato di Navalny e sua madre, giunti all’obitorio di Salekhard, hanno trovato l’istituzione chiusa, con la segnalazione che il corpo di Navalny sarebbe dovuto essere lì.
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Le autorità sembrano ostacolare la consegna del corpo alla famiglia, con la scusa di attendere i risultati di un nuovo esame istologico per stabilire la causa della morte, il cui esito è previsto per la prossima settimana. L’ora esatta della morte di Navalny rimane un enigma, con indicazioni che potrebbe essere deceduto ben prima dell’annuncio ufficiale delle autorità penitenziarie russe. Testimonianze raccolte da Novaya Gazeta Europe suggeriscono che il decesso sia avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, cogliendo di sorpresa persino il personale del carcere.
La cronologia degli eventi riportata sembra confermare questa teoria: le autorità hanno annunciato la morte di Navalny solo alle dieci del mattino (ora locale), benché il sito di notizie Baza avesse già reso noto che Navalny si era sentito male intorno all’una di pomeriggio del giorno precedente, morendo alle 14.17. L’assenza di ambulanze fino a dopo l’annuncio ufficiale della morte solleva ulteriori dubbi sulla tempistica comunicata dalle autorità.
In questo scenario di incertezza e sospetti, la morte di Navalny si carica di significati politici e giudiziari, con la comunità internazionale e i sostenitori dell’oppositore che chiedono chiarezza e trasparenza nelle indagini su quanto accaduto. La gestione della situazione da parte delle autorità russe, inclusa la misteriosa scomparsa del corpo, alimenta il dibattito sui diritti umani e la libertà di espressione nel paese.