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Ucraina, due anni di guerra: perché aiutare Kiev è un dovere dell’Occidente

Pubblicato: 24/02/2024 07:33

Oggi 24 febbraio: a due anni dall’invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin la situazione del conflitto sembra far intravedere un punto – negativo – di svolta. Su quali basi di discussione? Le considerazioni di due analisti che sanno trattare la materia, uno americano e l’altro italiano, segnano quelli che a oggi sono i punti nodali della guerra che coinvolge l’intero Occidente democratico. Il primo, l’ex segretario Usa alla Difesa e capo della Cia Leon Panetta, indica due provvedimenti che il presidente Joe Biden dovrebbe adottare da subito per non lasciare strada libera a Mosca. L’altro, il capo della redazione esteri ed ex inviato di guerra per “La Stampa”, Domenico Quirico, ha spiegato sul quotidiano i motivi dell’implacabile avanzata dell’Armata russa nell’Ucraina ridotta in macerie.

“Macerie e polvere. L’esercito russo marcia con la sua meccanica, inumana indifferenza. Subisce perdite mostruose, ma ha infiniti arsenali di materiale umano con cui far funzionare la caldaia del frangipietre bellico”. Quirico non ha dubbi sull’agire di Putin: “Sconfitte, ritirate? Non le sente. Le sofferenze, le accuse di crimini internazionali non lo fermano”. Per il reporter di guerra “dopo due anni eroici l’Ucraina sta perdendo la guerra, lentamente, tra errori strategici e perché è senza munizioni. Del resto la guerra ha una logica spietata, di numeri: chi è più grosso vince”.

Quirico, a sostegno della sua analisi, a tratti implacabile, torna sulla recente perdita dello snodo di Avdiivka. “Non è risolutiva, è solo un’altra tappa del rullo compressore russo, ma i superuomini delle brigate d’assalto di Kiev sono morti o finiti prigionieri per un sito strategico già perso. I soldati migliori gettati via per niente”. E la propaganda ucraina minimizza con “l’estro dei deboli. Si enfatizzano i colpi di mano sulle navi russe, ma la guerra grossa la stanno perdendo – aggiunge – e non bastano i raid spettacolari: perdere questi soldati addestrati è stato come per i troiani perdere Ettore”. Prevedendo che adesso i russi si assesteranno per poi “tornare a distruggere sistematicamente tutto quello che si troveranno davanti”. Ecco perché Putin l’ha definita “una vittoria importante”.

L’esercito di Kiev per Avdiivka ha parlato di “ritirata strategica su posizioni già previste, visto le munizioni che mancano. Passano i secoli – annota Quirico – e gli stati maggiori ripetono sempre le stesse frottole. A questo punto, al grado zero del conflitto, come parlare di tregua o di pace? Tutte e due le parti rispondono: non la vogliono i nostri morti”.

Più articolato il pensiero di Panetta, che intervistato dal Corriere della Sera ritiene che la guerra sia nella fase decisiva: “Il finale non è ancora scritto ma capiremo che cosa succederà all’Ucraina se Stati Uniti e alleati fermeranno l’aggressione russa”. L’ex capo del Pentagono (2011-2013) parla di un test che dirà se gli Usa “rispettano la parola data e forniscono gli aiuti militari necessari”. Panetta si riferisce allo scontro in atto alla Camera statunitense, che attende di capire se lo speaker Mike Johnson (repubblicano trumpiano) metterà o no ai voti il pacchetto di aiuti militari per l’Ucrainavarato dal Senato. “Per me non è possibile che gli Stati Uniti stiano a guardare mentre Putin prevale, punto e basta. Quindi spero che lo speaker agisca in modo responsabile – auspica Panetta – e che, trattandosi della nostra sicurezza nazionale, consenta questo voto”.

Ma non solo. L’ex capo della Difesa americana ritiene che “il presidente Biden deve chiarire che gli Stati Uniti, indipendentemente da quello che fa la Camera, faranno tutto ciò che è necessario per aiutare l’Ucraina”. Sebbene una crescente fetta dell’elettorato repubblicano tenda all’isolazionismo, così che “gli europei temono che la leadership Usa venga meno chiunque sia il presidente. Prima della Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti erano isolazionisti, non sentivano di dover combattere fascismo e nazismo. Il risultato fu che Hitler continuò a marciare attraverso l’Europa e alla fine scoppiò la guerra”, ricorda Panetta.

Quei tragici avvenimenti insegnano che “gli Stati Uniti devono essere leader nel mondo, che il coinvolgimento con i nostri alleati garantisce la nostra sicurezza nazionale e che dobbiamo lavorare per impedire agli autocrati di distruggere la democrazia. Ed è il messaggio che i leader di questo Paese devono mandare al popolo”, sottolinea Panetta. Che suggerisce a Biden di ribadire che “gli Stati Uniti faranno tutto ciò che devono per impedire a Putin di raggiungere i suoi obiettivi. Un messaggio che il mondo ha bisogno di sentire”.

Su cos’altro, a due anni dallo scoppio del conflitto, possono fare gli Usa e i Paesi alleati Panetta ha le idee chiare. “Primo, dichiarare che la Russia è uno Stato terrorista. Poi credo che il presidente Biden abbia bisogno di un piano B: se il Congresso non approva gli aiuti, gli Stati Uniti e gli alleati dovrebbero ricorrere ai circa 300 miliardi di dollari russi bloccati per effetto delle sanzioni. Usare i loro soldi per sconfiggerli”.