
Il primo dato è evidente. Se il campo del centrosinistra fosse largo, e per questo ci vuole intelligenza e candidati di sintesi, e non miopie politiche, il centrodestra avrebbe perso quasi a tavolino. Sommando Soru e Todde, la partita era già vinta. Ma sappiamo come è andata. Narcisismi, velleitarismi, ce l’ho più lungo, eccetera eccetera. Si era tolto Solinas perché non tirava, oltre per motivi di leadership nazionale, e Truzzu nella sua Cagliari fa flop. Vince a Tempio Pausania, dove c’è un sindaco leghista e ad Olbia roccaforte di Forza Italia. Ad Olbia però il più votato si chiama Meloni, ma milita nel PD, un abbaglio?
Non è stata una cavalcata delle valchirie per FdI, più una marcetta da tamburino sardo.
La Todde vince, Truzzu perde. Questo è il verdetto. Sospira la Schlein, che si giocava un parte della segreteria per la scelta di seguire Conte, il quale si sta asciugando il sudore con la pochette. La Meloni perde, ma Salvini non ride, la lega va male. Tra un po’ si conteranno morti e feriti. Il Premierato non sfonda, non si fanno i voti con i manganelli ma con la capacità di ascolto. Il segnale per le europee arriva forte e chiaro, vedremo Abruzzo e Basilicata, ma intanto c’è chi festeggia e chi lecca la sarda, come si dice nell’altra Isola.
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