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L’enigma Abruzzo: il domino della Destra che perde consensi e rischia tutto

Pubblicato: 02/03/2024 16:03

In Abruzzo è già tragicamente passato il terremoto. L’Aquila fu distrutta, ma la popolazione si è rimboccata le maniche, il peggio è alle spalle, anche se non concluso. Ma se ne arrivasse uno di altro tipo?  Il giorno 10 marzo si vota per le regionali, e per la prima volta da tempo avremo uno speculare bipolarismo. Non si sa per quale sorte o alchimia ma le opposizioni si presentano tutte unite. Perfino Calenda, che è il ricco che non entra nel regno dei cieli, facendosi fregare dal cammello Renzi, è della partita. Praticamente da Fratoianni a Calenda, passando per tutti gli altri, sono dentro.

Marco Marsilio, nato e cresciuto in politica che parla di un razzismo “non tutto da buttare”

Il fatto è sensazionale: questo candidato, Luciano D’Amico, avrà dei superpoteri riteniamo. Trattasi dell’ex rettore dell’Università di Teramo, uno studioso di Economia aziendale che è stato anche preside del corso di Laurea in comunicazione. Soprattutto quest’ultima gli servirà per tenere in piedi la Babele di lingue della sua estesa coalizione. Il famoso Campo Esteso, altro che Largo, più di così non si poteva stenderlo. Contenderà il posto al presidente uscente, Marco Marsilio, nato a Roma, dove ha vissuto e fatto l’università, fiammeggiando tra le aule, e politica, e trapiantato in Abruzzo dove originava la sua famiglia. È uno dei ragazzi di Colle Oppio, guidati da Rampelli, come la leader Meloni. La sua è tutta una vita spesa in politica, fin dalla tenera età, anche lui docente, a contratto però, del Link Campus, noto dispenser di titoli accademici. Vi ricordate la Trenta? Ha guidato la nostra Difesa, nella lotteria a 5stelle. Di rilevante dal punto di vista scientifico c’è un suo saggio sulle radici del razzismo, che vuole spiegare che non tutto è Shoah, cercando di allontanare la nascita di questo fenomeno dai molesti e scomodi tempi del secolo scorso. Di fatto un patriota a tutti gli effetti, molto vicino alla Meloni, quasi un fratello di fiamma.

E se Marsilio perde?

Ma oggi i cittadini cercano, per amministrare enti e servizi, un politico di professione o no? Perché se c’è ancora diffidenza e voto contro la politica, che non riesce a trovare soluzioni, la scelta di un politico a doppia mandata potrebbe risultare pericolosa. Truzzu era un politico di professione ed è andata come è andata. Certo se Marsilio venisse sconfitto dal Campo Esteso, oggi ringalluzzito dal voto sardo, sarebbe un bel terremoto politico, di quelli da alti numeri della scala Mercalli. Anche perché a seguire, anzi a Ruoti, c’è la Basilicata, attraversata da qualche scandalo politico nato proprio a Ruoti, e non c’è due senza tre. Chissà il Vate, Sommo Poeta, epifenomeno dell’Abruzzo, chi sceglierebbe se fosse tra noi, tra il soldato oppide e l’economista comunicatore. Se Marsilio perde sarà un accidente della Maiella per il centrodestra.

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Ultimo Aggiornamento: 02/03/2024 16:16

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