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L’Italia è il Paese dei furbetti: è record di frodi e truffe finanziarie

Pubblicato: 02/03/2024 16:22

All’Unione europea quando devono assegnare dei finanziamenti all’Italia ci vanno coi piedi di piombo. Come dargli torto, se siamo di gran lunga in testa alla classifica dei danni causati al bilancio comunitario a causa di frodi, truffe, appropriazioni indebite, spese fasulle?

I dati arrivano dal rapporto sull’anno 2023 delle attività della Procura europea (Eppo), che vede l’Italia quale Paese col valore più alto in termini di danni finanziari al bilancio dell’Ue. Valore che tocca, nella stima, i 7,38 miliardi di euro; di questi ben 5,22 derivano da frodi all’Iva. Ma non solo: l’Italia è al primo posto per le indagini in corso – a fine 2023 – sui finanziamenti legati al NextGenerationEU; ce ne sono 206 in tutta l’Unione, ma di queste ben 179 riguardano la Penisola, poi ci sono Austria (33) e Romania (8). Mentre la Procura europea ha registrato un totale di 1.927 indagini attive, con danni complessivi stimati per il bilancio di 19,2 miliardi di euro.

L’Eppo opera in 22 dei 27 Stati dell’Unione: è stata istituita nel giugno 2021 per indagare e perseguire reati che potrebbero danneggiare gli interessi finanziari dell’Unione. Dal report emerge che i danni al bilancio dell’Ue, nel complesso, arrivano a 19,2 miliardi di euro, e che alla sola Italia viene attribuito più di un terzo della somma sottratta al bilancio comunitario: 7,38 miliardi, ovvero il 38% delle irregolarità individuate. Rispetto alle varie voci di indagine, spiccano le frodi sull’Iva (5,22 miliardi di euro).

Reati di attività fraudolente: numeri da record

Rispetto agli altri Paesi che evidenziano reati analoghi, per l’Italia il danno per attività fraudolente risulta cinque volte quello originato in Belgio (1,3 miliardi), più del doppio di quello prodotto in Germania (2,8 miliardi); eclatante rilevare che è di circa mille volte rispetto a quello scovato in Finlandia (7,3 milioni). Inoltre per le frodi all’Iva sia Italia che Germania contano più della metà delle indagini attive, rispettivamente 121 e 112; molto più dietro troviamo Portogallo (15) e Francia (13).

La frode sull’Iva, come evidenziato, è la più diffusa (e la più dannosa per i conti Ue). Questo tipo di reati “coinvolge spesso organizzazioni criminali sofisticate – annota l’Eppo – ed è quasi impossibile da scoprire secondo una prospettiva puramente nazionale”. Ma c’è di più: “L’entità delle frodi che ledono gli interessi finanziari dell’Ue, in particolare per il lato delle entrate del bilancio, può essere spiegata solo con il coinvolgimento di importanti gruppi della criminalità organizzata”, avverte il procuratore capo europeo, Laura Kövesi. “La nostra strategia – aggiunge – dovrebbe essere quella di paralizzare la capacità finanziaria di questi gruppi criminali”.

Al momento di fornire esempi di attività illecite riscontrate, l’Eppo cita (ovviamente) l’Italia. Per rilevare che a ottobre 2023, insieme alle forze dell’ordine – in particolare con la Guardia di finanzia – ha incriminato 56 persone e due società nell’ambito di un’indagine in Sicilia su associazione criminale organizzata, finalizzata a corruzione e frode nell’utilizzo di fondi agricoli; fondi erogati attraverso il finanziamento europeo per lo sviluppo regionale (Fesr). Mentre a giugno 2023 i carabinieri di Palermo hanno arrestato tre persone per malversazione e appropriazione indebita di fondi Ue destinati a programmi per l’istruzione (mai attuati per via di soldi ottenuti dietro falsificazione di documentazione e poi intascati).

Il caso Recovery Fund

I numeri e gli esempi sull’Italia non sono nuovi. Già nel rapporto dell’aprile 2022 la procura europea denunciava per l’Italia un’attività criminosa che risultava prima a livello Ue per danni al bilancio comunitario. Rispetto all’anno scorso si accende però un allarme in più, relativo al Pnrr (piano nazionale per la ripresa e resilienza). Questo è finanziato dal Recovery Fund, il programma per la ripresa varato per rispondere alla pandemia di Covid-19 e il lockdown europeo. Ebbene, per la prima volta si inizia a monitorare questo programma, nuovo, e molto finanziato.

Si tratta di somme di denaro pubblico enormi: 672 miliardi di euro in totale solo dal Recovery fund, con l’Italia beneficiaria di 191,5 miliardi tra garanzie (68,8 miliardi) e prestiti (122,6). E dal totale delle 206 verifiche avviate emerge già che la stragrande maggioranza (179) riguardano l’Italia. La procura europea stima comunque che fin qui, nel suo complesso, possa esserci un danno di oltre 1,8 miliardi di euro solo per la gestione dei fondi alla base dei Pnrr. “Questo numero non può che aumentare, nel contesto dell’attuazione accelerata dei finanziamenti NextGenerationEU – sottolineano dall’Eppo – con un modus operandi che è chiaro ma complesso”.

Modus operandi che evidenzia l’emergere di un gran numero di società e operatori economici fittizi; che i gruppi criminali reclutano prestanome e facilitatori professionali. Oltre a gestire la presentazione delle pratiche contabili e legali, progettando false dichiarazioni e i documenti fasulli.

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