
Si apre tutto un altro scenario sulla storia di Anna Paola Battaglini, la donna che nell’ottobre dello scorso anno quando la 34enne denunciava le violenze subite dall’ex fidanzato mostrando i lividi su viso e corpo pubblicando le foto sui social. “Donne abbiate coraggio: se i vostri uomini sono violenti non dovete vergognarvi e subirli in silenzio come ho fatto io per tanto tempo con il mio ex. Guardate in che stato mi aveva ridotto”, scriveva. Oggi, l’artista circense veronese è in carcere con l’accusa di tentato omicidio nei confronti del nuovo partner.
Cosa è successo quella notte: la ricostruzione del tentato omicidio
Nella notte tra venerdì e sabato, ricostruisce il Corriere della Sera, Anna Paola Battaglini ha provato a uccidere l’attuale fidanzato per ben tre volte nel giro di pochi minuti. Secondo il pm, la giovane donna avrebbe agito sotto l’azione di sostanze stupefacenti», cocaina e benzodiazepine. La violenza sarebbe scattata intorno all’una della notte tra venerdì e sabato. La prima volta avrebbe provato a colpirlo «mentre lui era in dormiveglia sul letto, con un coltello da cucina, al collo lato sinistro e al naso lato destro», si legge nella denuncia-querela. Lui si sarebbe alzato di soprassalto strappandole il coltello dalle mani. Il secondo attacco pochi istanti dopo, in salotto, con un coltello a seghetto. Nuovamente disarmata, lo avrebbe a questo punto afferrato a mani nude stringendogli il collo per poi «lanciarlo di peso contro una bicicletta». Il convivente di Anna è un uomo originario della Romania sottoposto all’obbligo di firma per reati contro il patrimonio. I rapporti con la compagna, ha raccontato, sarebbero stati tesi da circa due mesi. L’uomo ha riportato ferite superficiali e non è stato necessario il ricovero: è stato dimesso con una prognosi di 4 giorni.
La difesa
Sospetti pesanti come macigni: secondo la difesa, però, c’è un «ma». A richiamare l’attenzione dell’avvocata Barbara Casarotti, scrive il Corriere, sono le dichiarazioni di un vicino di Anna: nelle sommarie informazioni rese all’Arma, il dirimpettaio ha riferito di aver sentito quella notte — attorno all’1.05 e dunque pochi minuti prima del tentato omicidio (perpetrato secondo gli investigatori all’1.40) — la 34enne urlare «aiuto» nel corso di una lite violenta con il partner. Non solo grida, ma anche colpi alle pareti e rumore di piatti infranti. Lo stesso vicino di casa avrebbe anche visto Anna dallo «spioncino» della porta mentre bussava agli altri appartamenti cercando aiuto: il medesimo testimone, preoccupato, avrebbe quindi telefonato il 112. Ma allora, cos’è accaduto esattamente a casa di Anna nell’ultimo venerdì notte di violenza?