Un quando un ragazzo di soli 17 anni è morto a bordo della nave Sea-Watch 5, gestita dall’organizzazione non governativa tedesca Sea-Watch, dopo essere stato soccorso in condizioni critiche. La tragedia si è consumata dopo un disperato tentativo di salvataggio di circa 50 persone a bordo di una barca di legno sovraccarica, in precarie condizioni fisiche, molte delle quali soffrivano per le gravi ustioni causate dal mix letale di acqua di mare e carburante. La situazione ora è addirittura peggiorata: il corpo del ragazzo non è stato prelevato dalla Guardia Costiera, che si è rifiutata di prenderlo, e dovrà rimanere sulla nave per 4 giorni. A bordo è anche assente qualsiasi forma di cella frigorifera per cui c’è grande preoccupazione per il corpo.
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Il giovane, trovato incosciente e schiacciato tra altre decine di persone nel fondo della barca, è deceduto due ore dopo il soccorso, nonostante gli sforzi dell’equipaggio della Sea-Watch 5. La richiesta di un’evacuazione urgente, una Medevac, per lui e altri quattro individui in gravissime condizioni è stata inviata alle autorità italiane intorno alle 13, ma, dolorosamente, nessuna operazione di evacuazione è stata avviata in tempo per salvargli la vita.
Giovani lasciati a morire sul barcone, il 17enne era schiacciato sotto tutti
La notizia, diffusa dai volontari a bordo, ha evidenziato non solo la disperazione e le sofferenze di chi cerca sicurezza attraversando il mare, ma anche le criticità del sistema di soccorso attuale. Le condizioni in cui sono stati ritrovati i naufraghi – disidratati e con ustioni causate dall’esposizione prolungata a un ambiente tossico – mettono in luce i pericoli estremi che queste persone devono affrontare nella speranza di un futuro migliore.
Attualmente, la Sea-Watch 5 sta navigando a tutta velocità verso nord, in attesa che le autorità italiane concedano un porto di approdo per poter fornire le cure mediche necessarie ai sopravvissuti. L’appello della Ong per un intervento immediato sottolinea l’urgenza di una risposta coordinata e umanitaria alla crisi migratoria nel Mediterraneo.
Questo episodio tragico riafferma la necessità critica di migliorare le operazioni di soccorso in mare e di garantire vie legali e sicure per chi fugge da guerra, persecuzione e povertà. La morte del ragazzo di 17 anni a bordo della Sea-Watch 5 è un triste promemoria dei costi umani di una crisi che continua a richiedere una soluzione compassionevole e collettiva.