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La hostess preme un tasto per sbaglio e l’aereo precipita: terrore negli Usa

Pubblicato: 15/03/2024 23:54

Un tasto premuto accidentalmente in cabina di pilotaggio da un’assistente di volo potrebbe essere alla base dell’incidente assurdo che ha coinvolto un Boeing 787 della Latam, causando 50 feriti a bordo dopo che l’aereo è improvvisamente sceso di circa 500 metri in trenta secondi. Questa è la notizia riportata dal quotidiano Wall Street Journal, che cita fonti anonime di funzionari statunitensi del settore informati delle indagini preliminari in corso. L’assistente di volo avrebbe premuto inavvertitamente un interruttore situato sul retro della poltrona del pilota mentre serviva un pasto in cabina. Questo tasto avrebbe attivato una funzione motorizzata per spingere il sedile in avanti verso i comandi dell’aereo, causando il ribassamento del muso dell’aereo. Tuttavia, normalmente tale interruttore dovrebbe essere protetto da una copertura di sicurezza e non dovrebbe essere utilizzato quando c’è un pilota sul sedile.

Il fatto che un movimento involontario del sedile della cabina di pilotaggio sia al centro dell’indagine sull’incidente del volo Latam da Sydney a Auckland è confermato dal consiglio della stessa Boeing alle compagnie aeree di controllare i sedili della cabina di pilotaggio di tutti i loro aerei 787 Dreamliner. Anche se i dettagli precisi dell’incidente non sono ancora noti, ci sono precedenti storici di movimenti involontari o problemi elettrici ai sedili dei piloti con conseguenti incidenti.

L’incidente ha causato un improvviso e terrificante tuffo nel vuoto per i passeggeri a bordo del velivolo. La perdita improvvisa di quota del Boeing 787 ha fatto sbattere contro il soffitto passeggeri e assistenti di volo non legati con le cinture, causando oltre 50 feriti, tra cui diversi ricoverati e uno in condizioni gravi. Una passeggera ha raccontato: “È stata un’esperienza orribile. Ho visto un bambino volare in alto. È stato terribile.” Tuttavia, le fonti a conoscenza dell’indagine hanno dichiarato che la dichiarazione del pilota riguardo ai “comandi bloccati” non era tra i fatti oggetto dell’inchiesta.

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