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L’Isis diffonde le foto dei terroristi di Mosca. Cosa sappiamo dei 4 arrestati. Cosa c’entra l’Ucraina

Pubblicato: 23/03/2024 15:13

L’attacco terroristico che ha scosso Mosca si rivela sempre più complesso e internazionale nel suo sviluppo. L’Isis ha rivendicato l’attacco attraverso la diffusione di foto che ritraggono gli autori, presentandoli con passaporti del Tajikistan e una targa bielorussa, aggiungendo un nuovo livello di complessità alla narrazione degli eventi. Quattro individui sono stati arrestati, smentendo le precedenti supposizioni che provenissero dall’Inguscezia, e suggerendo invece un legame con l’Isis afgano, noto per la sua crescente aggressività e portata internazionale.

La polizia russa ha intercettato questi sospetti terroristi a bordo di una Renault nella regione di Bryansk, a ridosso dell’epicentro dell’attacco che ha causato più di 115 morti. Il tentativo di fuga dei sospetti è culminato in un drammatico scontro con le forze dell’ordine, che ha portato all’arresto immediato di due individui e alla temporanea fuga degli altri. All’interno del veicolo sono stati rinvenuti armamenti e passaporti del Tajikistan, rafforzando l’ipotesi di un collegamento diretto con lo Stato Islamico.

Le autorità hanno inoltre evidenziato un possibile tentativo dei terroristi di attraversare il confine verso l’Ucraina, una mossa che il servizio di sicurezza russo (Fsb) interpreta come prova di collegamenti significativi nella regione, nonostante le tensioni geopolitiche esistenti con la Russia. Questa interpretazione fa luce sul complicato contesto di guerra e tensioni nella regione, con l’Ucraina che viene vista dal governo russo come potenziale collusore negli attacchi, nonostante la mancanza di prove dirette a sostegno di questa affermazione.

La targa bielorussa del veicolo impiegato dagli assalitori introduce ulteriori domande sul loro percorso e le intenzioni, suggerendo che potrebbero aver cercato di ritornare in Bielorussia piuttosto che dirigersi verso l’Ucraina, considerando la militarizzazione intensiva di quest’ultimo confine.

L’Isis ha amplificato la propria rivendicazione dell’attacco con una comunicazione ufficiale, affermando che l’azione è stata meticolosamente pianificata e eseguita con l’uso di un arsenale variegato, incluso l’assalto diretto ai presenti nella Crocus City Hall, portando il bilancio delle vittime a un tragico totale di 300, secondo le loro affermazioni.

L’identificazione dei responsabili dell’attacco, tuttavia, rimane avvolta nel mistero. Nonostante alcuni media russi indipendenti abbiano tentato di delineare i profili degli attaccanti, suggerendo che potrebbero essere tajiki, noti per il loro coinvolgimento in attività legate allo Stato Islamico, la loro vera identità e i percorsi che li hanno portati a Mosca sono ancora oggetto di indagini.

Questi sviluppi sottolineano la crescente portata e la complessità della minaccia rappresentata dall’Isis, soprattutto dalla sua fazione afgana, nel contesto di una già tesa situazione geopolitica. La collaborazione internazionale e una comprensione approfondita delle dinamiche di reclutamento e operazione di queste reti terroristiche saranno cruciali per prevenire futuri attacchi e assicurare alla giustizia i responsabili di questi atti atroci.