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Ci aspetta davvero un Green pass globale? Cos’è e come funziona

Pubblicato: 25/03/2024 15:36

Green pass globale, ovvero il libretto sanitario elettronico. Ovvero: la nuova frontiera del sovranismo miope e anti-scienza. Il governo italiano è in procinto di non aderire, dopo un primo sì, al certificato sanitario digitale, strumento – volontario, è bene dirlo subito – che dovrebbe essere condiviso dai cittadini dei 194 paesi che aderiscono all’Oms (Organizzazione mondiale della sanità). Questo perché, ha spiegato in un’intervista Orazio Schillaci, ministro italiano della Salute, “il governo intende salvaguardare i dati dei cittadini e gli interessi nazionali”.

Prima domanda: cos’è il libretto sanitario elettronico? In pratica è una card del tutto simile a quella fornita dalle Asl italiane ai cittadini, ma questa sarebbe verificabile e accettata in tutto il mondo permettendo la condivisione dei dati. Seconda: a cosa servirebbe? Il documento digitale consentirà a ogni persona di poter accedere a prestazioni sanitarie in ogni zona del mondo, anche grazie alle tecniche di telemedicina, e di poter comunicare il proprio stato di salute ai medici, in caso di bisogno. Esempio: sei vittima di un brutto incidente mentre sei all’estero e sei cardiopatico. Al pronto soccorso dove arrivi incosciente i medici, attraverso il green pass globale, possono subire avere informazioni utili per fornirti le cure più appropriate.

Ma non solo. Come ha rilevato il sito specializzato Wired, “lo scambio e la circolazione delle informazioni, in un’infrastruttura gestita dall’Organizzazione sanitaria mondiale partecipata da 194 paesi, consentirà di creare una banca dati globale al servizio della ricerca scientifica. Con la diffusione di questi dati e l’integrazione di altri sistemi potranno essere sviluppate nuove cure molto più velocemente”.

Altra domanda: da dove nasce il Green pass globale? Dall’intuizione dell’Oms di utilizzare il precedente dell’Ue, attraverso un accordo, utilizzato nell’esperienza della gestione della pandemia da Covid 19. L’Oms ha così adottato il sistema di certificazione digitale usato per verificare le vaccinazioni; una sorta di estensione del certificato internazionale di vaccinazione – la così detta carta gialla – che viene richiesto a chi deve recarsi in alcuni paesi. Lo scopo è di poterlo utilizzare come modello per un “libretto sanitario planetario”, verificabile e accettabile in tutto il mondo. Un passaporto sanitario, quindi, modello a cui gli stati possono aderire volontariamente

Dalle domande ai fatti italiani. Il governo Meloni ha aderito al green pass globale approvando un decreto legge (il 26 febbraio scorso) e stanziando dei fondi per rafforzare l’infrastruttura digitale necessaria. Poi la marcia indietro del ministro Schillaci, che ha fatto sapere che l’Italia non aderirà al nuovo strumento digitale. Giravolta accompagnata dalle fisime dei “soliti noti”, annebbiati dalle teorie del complotto – già emerse durante la pandemia Covid – che straparlano di dittatura sanitaria, satanismo, piano per vendere la salute alle multinazionali farmaceutiche, cospirazioni e traffico di dati digitali.

Ma quali interessi nazionali andrebbe a toccare il green pass globale? Non è chiaro, ammesso che possano essercene in ballo. Se l’Oms ha già affermato che lo strumento rispetterà “i più alti standard mondiali su privacy e protezione dei dati personali”, perché un italiano sarebbe minacciato quando viaggia all’estero (e fuori dalla Ue)? Se poi si possa definire una minaccia l’avere disponibile un libretto digitale che consenta di accedere a prestazioni sanitarie ovunque nel mondo. Una card con cui comunicare agevolmente il proprio stato di salute, in caso di bisogno. Per non dire dei vantaggi che ne deriverebbero per gli stranieri che hanno bisogno di cure quando sono in Italia: senza la nostra adesione non potranno utilizzare la card sanitaria, come farebbero in altre decine e decine di Stati nel mondo.

Il medico ministro della Salute, e con lui l’intero governo, non possono non sapere tutto questo. Dovrebbero allora spiegare agli italiani il perché di questo dietrofront sul certificato sanitario mondiale, anche e soprattutto per sgombrare il campo da pericolosi e deleteri retropensieri che zavorrano una società avanzata come quella italiana. Come ha rilevato Paolo Pagliaro, nel suo commento sul sito 9colonne.it, “gli avversarti del Green pass globale sono gli stessi che, nel biennio della pandemia, si erano opposti al green pass anti-covid, giudicandolo un obbligo liberticida. Si trattava di una rumorosa minoranza: la novità è che adesso sta al governo”.