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Russia frontiera del mondo: 1000 volti ma uno solo per l’odiatore Isis

Pubblicato: 25/03/2024 12:16

Cos’è la Russia? È un territorio immenso, steppe, tundre, dove per secoli hanno cavalcato cavalli e cammelli, dove hanno vagabondato popoli nomadi, dediti alla pastorizia, dai Mongoli di Gengis Kahn ai Tartari, dai Nanai agli Aleutini. Sono oltre 200 le etnie riconosciute in Russia, un Continente più che una nazione, un territorio più grande di Cina e Canada messi insieme. Un crogiolo infuocato dalla Storia di Religioni e lotte, tribali e nazionalistiche, territoriali o per la semplice sopravvivenza. È dura la vita di frontiera, l’agricoltura è estrema per clima e terreno, poche le colture coltivabili. Gli armenti erano il vero tesoro, ed il cavallo il simbolo di tutti questi popoli. Da anni Putin predica sulla decadenza dell’Occidente, su valori e principi, a differenza della Ortodossia orientale. Putin fa parte dell’elite russa bianca, di ceppo ugrofinnico, che dai Rus’ di Kiev si spostò a conquistare l’immensa frontiera ad est, specularmente a quella Americana a ovest, dove il tenente Kevin Kostner ballava con i lupi in un mondo vergine destinato a soccombere.

Se i Russi odiano l’Occidente, l’Isis odia tutti (e anche i russi)

Ma c’è sempre qualcuno più a Oriente, più puro, più vicino a Dio, Allah, di te. E l’altro giorno a Mosca se ne sono accorti. Certo non avevano i mezzi degli attentatori ricchi sauditi dell’11 settembre, ma erano animati dalla stessa fede nella Jihad, la Guerra Santa. Contro chi? Contro gli infedeli. I russi, non solamente Putin, considerano l’Occidente deicida, ma lo Stato islamico considera nemico del vero Dio tutti quanti, russi compresi. Il quadro vero di conflitto mondiale, più che Est-Ovest, è Sud-Nord se vediamo la divisione del mondo tra zone mussulmane e diversamente religiose o atee. È come se il Pianeta venisse scosso a sciami intervallati tra scosse ondulatorie e sussultorie. L’epicentro del sisma ideologico, più che religioso, avvenne in Iran nel 1978, i primi a rimanere sconvolti furono gli americani, poi il gigante sovietico reagì con l’invasione dell’Afghanistan l’anno seguente, e da allora, a parte la Palestina in guerra permanente dal 1948, lo sciame di guerre agli infedeli ha, dal Sud, colpito il Nord del mondo, un mondo cieco e sordo, dedito solo ad affari e globalizzazioni. In questo Sud ci sono potenze anche nucleari, ricche di materie prime, ma soprattutto demograficamente forti, in cui un figlio morto per Allah viene pianto, ma anche venerato e benedetto. La morte, temuta in un Occidente vecchio che vuole sopravvivere a se stesso, è assolutamente accettabile, soprattutto nel martirio, nel Sud del Mondo.

Questo è successo a Mosca, una carneficina immane, non per una rivendicazione nazionalistica, caucasica o meno, ma per una visione del mondo differente. Ed in questa visione non c’è distinzione tra russi di Mosca e americani di New York, tra europei del Bataclan o Cinesi. Siamo uguali, atei, senza Dio, Infedeli. 

La Russia in questo quadro non è più una frontiera da Ovest ad Est di concezione occidentale, ma una prateria da Sud a Nord da conquistare per Allah, come disse nel 1989 Khomeini a Gorbaciov. È solo questione di tempo e martiri, cosa di cui lo Stato Islamico, ha più del petrolio.

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2024 12:17