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Perché la scuola di Pioltello ha confermato la chiusura per Ramadan e perché è diventato un caso

Pubblicato: 27/03/2024 09:43

E’ confermato: l’istituto comprensivo “Iqbal Masih” di Pioltello resterà chiuso il 10 aprile prossimo in occasione della festa per la fine del Ramadan. Senza la benedizione del ministro dell’Istruzione e del merito, ma con una malcelata marcia indietro. Come ha detto lo stesso Giuseppe Valditara, la scuola ha approvato una nuova delibera in cui “si fa riferimento esclusivamente a supposte esigenze didattiche, senza introdurre valutazioni ulteriori. Il Consiglio di istituto ha altresì ridotto (da quattro a due) i giorni di chiusura previsti, sanando una evidente irregolarità puntualmente sollevata dagli organi ministeriali”, spediti sul posto dal ministro per un’ispezione.

L’irregolarità puntualmente sollevata sembra aver placato le ire del ministro leghista, che con il suo partito – leader Matteo Salvini in testa – aveva intravisto il rischio “islamizzazione delle nostre scuole” dopo la decisione dei docenti dell’istituto milanese. La prima delibera contestata fu votata a maggio 2023, ma poi quando la notizia è divenuta pubblica si sono accesi i riflettori. La chiusura nel giorno di festa per l’Islam era stata presa per evitare di avere aule vuote, con ritardi nell’applicazione del programma scolastico. La festa per la fine del mese di Ramadan in quelle aule coinvolge il 43% degli alunni. Una scelta su cui sollevare l’ennesimo caso politico “sovranista” per mettere persone contro persone.

E dire che la spada impugnata dal Carroccio (e altre frange della destra) in difesa della scuola cattolica aveva ricevuto pesanti critiche proprio da più sfere della chiesa italiana. “La decisione del Consiglio di Istituto è nata da una seria e attenta capacità di leggere il tessuto sociale della nostra città che ha una percentuale di popolazione musulmana molto alta. Non accettiamo i toni aspri e violenti con cui si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica”.

Così avevano detto ai propri fedeli, durante la messa a Pioltello, i tre parroci don Andrea, don Giacomo e don Marco. Osservando che la realtà locale “è molto complessa e non servono le chiusure e il disprezzo”, hanno definito il caso in specie una “bella iniziativa di dialogo tra religioni, con una decisione nata dal buon senso di chi opera ogni giorno in una realtà multietnica per ogni persona e per la sua identità”.

Parole che, unite a quelle del Servizio ecumenismo e dialogo interreligioso della Diocesi di Milano – “Siamo a favore di questo gesto. Se non prendiamo la strada della conoscenza reciproca e del rispetto, gli integralisti diventiamo noi” – avrebbero dovuto indurre ministro e Lega a ragionare. Esercizio però praticato parzialmente. Come spiegato da Valditara, adesso “sarà l’ufficio scolastico regionale a fare le ulteriori valutazioni del caso. Io continuo a credere che una vera e costruttiva inclusione necessiti di scuole aperte e non chiuse”. Caso ancora aperto?

L’istituto Iqbal Masih ha poi stabilito che il 21 maggio sia celebrata “una giornata di confronto”. Nel segno dell’invito rivolto dalla Cei (la Conferenza dei vescovi) con monsignor Giuseppe Baturi “al rispetto del fatto religioso. E’ tipico del modello italiano, perché la laicità non sopprime l’identità religiosa ma la promuove. Certamente rispettiamo la libertà religiosa, quella stessa che chiediamo per i cristiani in ogni parte del mondo”.

Altro spessore e più alta riflessione rispetto a quelle del deputato e capogruppo Lega in commissione Cultura, Rossano Sasso, nelle sue critiche alla scuola di Pioltello per la chiusura. “Non ci inginocchieremo di fronte a una circolare di un dirigente scolastico, ma lanciamo un segnale forte, altrimenti chissà cosa si farà nelle scuole da qui a pochi anni”. Attaccando poi docenti e dirigenti scolastici di sinistra (è in arrivo un bando per escluderli dall’insegnamento?): “A loro dico di fare domanda per restare a lavorare a scuola nei giorni di Pasqua e Natale. Siate coerenti”.

Ma molti operatori scolastici hanno letto nell’intervento del ministro dell’Istruzione ciò che resta dell’autonomia scolastica e della libertà religiosa. O che forse non aveva compreso le motivazioni del consiglio d’istituto della scuola, alla radice della decisione. “Siamo sicuri di una cosa: quando le polemiche saranno finite (bastano pochi giorni) a Pioltello resteremo noi con uomini, donne e bambini di buona volontà che vogliono vivere insieme, che vogliono una città bella e serena e, anche se costa fatica, ogni giorno si sporcano le mani, costruiscono ponti e inventano iniziative per incontrarsi, accogliersi e aiutarsi”, hanno ribadito ai fedeli i parroci don Andrea, don Giacomo e don Marco.

Vale la pena ricordare che la scuola – “islamizzata!” – di Pioltello è intitolata a Iqbal Masih, bambino pakistano simbolo nel mondo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Era stato mandato a lavorare a 5 anni, prigioniero di uno sfruttatore, e costretto ad annodare tappeti. A 11 fuggì e iniziò a difendere gli amici che come lui erano schiavi di qualche padrone. Morì a 12 in circostanze mai chiarite.