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Cultura in lutto, morto John Barth. È il padre della letteratura postmoderna Usa

Pubblicato: 03/04/2024 10:25

Morto a 93 anni lo scrittore John Barth, considerato il padre della letteratura postmoderna statunitense. Tra le sue opere principali: “Giles ragazzo-capra” e “Il coltivatore del Maryland”. Con “Chimera” si aggiudicò, nel 1973, il National Book Award per la narrativa, ex aequo con “Augustus” di John Williams.
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Chi era John Barth

John Barth, 93 anni, è morto in un casa di riposo a Bonita Springs, in Florida. L’annuncio è stato dato dalla moglie, Shelly. Barth ha insegnato Scrittura alla Pennsylvania State University dal 1953 al 1965 e alla State University of New York di Buffalo dal 1965 al 1973. Ha sostenuto e guidato la corrente avanguardista del postmodernismo, convinto dell’esaurimento delle correnti precedenti e della necessità di approcci che dessero nuove forme alla contemporaneità.

Le sue prime opere seguono il grande filone del romanzo di formazione americano: “L’opera galleggiante”, pubblicata nel 1956, e “Fine della strada”, del 1958. Romanzi nei quali l’autore nato a Cambridge, nel Maryland, affronta tematiche controverse come il suicidio e l’aborto. A 30 anni pubblica il suo terzo romanzo, “Il coltivatore del Maryland” che lo lancia tra gli scrittori più innovativi del Paese, portando a paragoni con autori contemporanei come Thomas Pynchon, Jorge Luis Borges e Vladimir Nabokov.

Tra gli anni Sessanta e Ottanta, Barth si impone come uno dei più importanti esponenti del postmodernismo classico, che ha preceduto l’elaborazione teorica e la new wave minimalista del ventennio successivo. In particolare con il bestseller “Giles ragazzo-capra”, o “Il nuovo programma riveduto” (1966, pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1972), ambientato in un’immaginaria mega università, metafora allegorica del mondo intero in un’epoca di Guerra Fredda.

“Cerco di sopravvivere creando letteratura”

Con “Chimera” si aggiudicò nel 1973 il National Book Award per la narrativa ex aequo con Augustus di John Williams. Prese parte alla discussione teorica circa il declino dell’importanza del romanzo come forma letteraria. In tal senso disse: “Mi sento come come Scheherazade ne Le mille e una notte, cerco disperatamente di sopravvivere creando letteratura”.