Vai al contenuto

Terremoto L’Aquila, la lettera ai figli morti sotto le macerie. “Il senso di colpa mi insegue ovunque”

Pubblicato: 06/04/2024 08:36

L’AQUILA – In una lettera straziante e ricca di emozioni, Giustino Parisse si rivolge ai suoi figli, Domenico e Maria Paola, strappati alla vita troppo presto dal terremoto che ha devastato L’Aquila nel 2009. Ogni anno, l’uomo affronta il dolore scrivendo una lettera ai suoi “ragazzi“, un modo per mantenere viva la loro memoria e condividere con loro i cambiamenti e gli eventi che continuano a segnare la sua vita e quella della loro famiglia.

“Ciao ragazzi. Eccomi di nuovo qui. Sono passati 15 anni da quella notte che per voi non è mai finita,” inizia Parisse, descrivendo la difficoltà e il dolore nel ricordare la notte del terremoto. Nonostante il passare degli anni, il senso di colpa e la mancanza sono sentimenti che lo accompagnano incessantemente.

Parisse parla su Repubblica della vita che sarebbe potuta essere, dei sogni infranti e delle speranze che il destino ha reso impossibili. Racconta dei nipotini che avrebbe voluto coccolare, dei momenti familiari che non potranno mai essere vissuti. “Ma ormai ci è vietato persino sognare,” confessa, evidenziando come la vita continui tra incertezze e difficoltà quotidiane.

La ricostruzione della casa familiare rappresenta un piccolo passo avanti, ma anche qui c’è poco da festeggiare. Ci vorranno anni per riportare un senso di normalità, e Parisse si dimostra critico nei confronti delle promesse e delle parole vuote che spesso accompagnano i discorsi sulla ricostruzione e il rinnovamento post-disastro.

La lettera tocca anche il tema della memoria e del ricordo, con Parisse che racconta delle visite al cimitero di amici e conoscenti che ancora portano fiori e messaggi ai suoi figli. Una testimonianza del fatto che, nonostante il tempo passi, l’affetto e il ricordo di Domenico e Maria Paola rimangono vivi nei cuori di chi li ha conosciuti.

“Ragazzi, i vostri amici, come vi ho sempre scritto in questi anni, non vi hanno dimenticato,” scrive Parisse, condividendo le parole toccanti di un’amica di Maria Paola e un tema scritto da Domenico che parlava dell’amore per la sua famiglia.

Il senso di colpa è un tema ricorrente nella lettera, con Parisse che si confida con i figli sul suo dolore e sulle sue insicurezze. “In fondo quella fiducia che avevi in me, io quella notte l’ho tradita,” ammette, sottolineando come, nonostante gli sforzi, non riesca a liberarsi di questo peso.

Concludendo la lettera con un accenno alla speranza portata dalla Resurrezione, Parisse si congeda dai suoi figli, promettendo di scrivere ancora l’anno successivo, “Se Dio vorrà!”.

La lettera di Giustino Parisse è un commovente ricordo di due vite spezzate e un doloroso promemoria delle cicatrici lasciate dal terremoto de L’Aquila, una tragedia che ha cambiato per sempre la vita di molte famiglie.

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2024 08:53