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Non c’è più domani per il Campo largo

Pubblicato: 08/04/2024 15:50

Per la Cortellesi c’era ancora un giorno, ma per il Campo largo è arrivato in Puglia il time out. Ieri è finito tra sciacallaggi ed accuse di slealtà. È finita anche la bolla speculativa politica pugliese, fondata su un populismo giudiziario che faceva assurgere l’ex Sindaco delle cozze, il magistrato della corrente terza posizione, Michele Emiliano, che con il suo CV, il suo piedistallo morale, le sue presunte doti taumaturgiche, assolveva chiunque passasse alla sua corte. Queste dimensioni del populismo moralista hanno creato illusorie, anche se per un certo tempo durevoli, aspettative di impunità, parenti di corsa, trasformismi e non trasversalismi. Un abisso dal rigore ideologico, da politico vero, di Nicky Vendola.
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Oscillare tra speculazione e campanilismo

Era un melting pot la Puglia, che ha comunque raggiunto crescite ed avanzamenti nella riqualificazione del territorio, nel turismo, nell’agroalimentare. Bari di oggi è diversa dalla Bari Vecchia dello scapestrato geniale Antonio Cassano. Ma come tutte le bolle, senza solide fondamenta prima o poi sgonfiano. Qualcuno sicuramente ha sbagliato, non ha controllato, ha vinto con le scorciatoie, e appena il pallone si è cominciato a sgonfiare arriva il foggiano Conte e lo buca. Qui ci sono due chiavi di lettura. Una campanilistica, lui si sente da pugliese portatore di altre culture, rispetto a quelle per vent’anni propugnate dal centrosinistra, oscillante tra D’Alema, Vendola ed Emiliano, con Boccia e De Caro in qualità di comprimari. L’altra è puramente speculativa. Lui ci crede veramente di essere, come disse l’ideologo thai del PD Bettini, la punta avanzata del progressismo. Ha ancora la sindrome di Palazzo Chigi, il Ghost writer Casalino, che Renzi stima più di lui, e soprattutto ha un partito leaderista, senza dialettica ed opposizioni interne, per cui attacca il ventre molle del PD, il partito stomaco che ingerisce e digerisce tutto, prima che quel che produce finisca nel colon.

È sleale Conte? No. È stupido pensarlo come alleato. Non c’è nulla che tenga insieme sulle idee, sui comportamenti transeat, Conte, l’illuminato leader, e la coop PD, senza nemmeno il famoso marchio. La Schlein sembra attonita, un film già visto con la faccia di Letta al voltafaccia di Calenda. Ma al di là del pressappochismo dei dirigenti, è lo schema di un campo largo costretto a stare insieme, a dispetto di idee e modi, che è senza alcuna speranza di essere percepito dagli elettori. E soprattutto non serve al paese che ha sfide riformiste e internazionali, fino a quando saremo nel G7, sembra ancora per poco di questo ritmo. E la Destra? Se in Puglia tenta di ridere, a Roma Giorgetti leggendo i numeri di PIL e Debito la fa piangere. 

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2024 18:33