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Bimbo di 10 anni trascinato in metro da baby gang: salvato dalla sorella. Il padre: “È sotto shock”

Pubblicato: 09/04/2024 12:21

Se Michele (il nome è di fantasia) è vivo è grazie all’intuizione e al coraggio della sorella. È terribile l’episodio avvenuto domenica pomeriggio nel quartiere Centocelle, a Roma. Vediamo insieme cos’è successo.

Aggressione ad un bambino di 10 anni

Michele, 10 anni, stava giocando a nascondino con gli amichetti in piazza, quando si è sentito prendere per il cappuccio e trascinare per le scale all’ingresso della metro. A poca distanza anche i genitori, ma solo la sorella di 12 anni ha capito che qualcosa non andava e ha seguito quanto accadeva fin nei corridoi della stazione. Il fratello di 10 anni era stato accerchiato da un gruppo di ragazzini nigeriani e piangeva. Grazie alle sue urla è riuscito a metterlo in salvo, mentre la baby gang, nota in zona, si dava alla fuga. “E’ sotto shock, non si riprende”, racconta il padre a Il Messaggero.

Il padre ha raccontato l’aggressione suo social

L’uomo sui social ha raccontato l’accaduto e ha diffuso la foto del gruppo di bulli scattata poco prima dell’aggressione proprio dalla figlia che ha salvato il fratello. “Intorno alle 17 questi ragazzi hanno accerchiato mio figlio all’entrata della metro e lo hanno strattonato con l’intenzione di picchiarlo. Per puro caso mia figlia qualche minuto prima li ha fotografati perché avevano un fare sospetto. Se qualcuno ha più informazioni mi scriva in privato, poiché sporgerò denuncia”. Questo il post che il padre del bimbo aggredito ha diffuso nelle pagine social del quartiere per trovare altre vittime o testimoni di quella baby gang conosciuta per altri episodi.

E una residente ha prontamente commentato così: “Sono sempre i soliti, hanno accerchiato pure mia figlia. Stanno sempre lì”.

Genitori state attenti – ha aggiunto il papà della piccola vittima, – mio figlio stava giocando con la sorella e gli amichetti, in piazza c’erano la mamma e i genitori di altri bambini. Eppure quei teppisti non hanno avuto alcuna esitazione, appena si è allontanato dagli amici è scattata l’aggressione. Non so se volevano derubare il mio bambino del cellulare o bullizzarlo e picchiarlo”. “E’ accaduto tutto in pochi secondi… Mio figlio è ancora sotto shock, non riesce a riprendersi e non riesce a raccontare i dettagli dell’aggressione”, continua il padre, che nei giorni successivi è tornato in quella piazza alla ricerca dei teppisti.

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