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“Questi sono omicidi”. Centrale elettrica, l’incidente due anni di appelli caduti nel vuoto

Pubblicato: 11/04/2024 08:22

Una strage che poteva e doveva essere evitata, quella della centrale idroelettrica nel Bolognese. Con 3 operai morti e quattro dispersi per i quali, col passare delle ore, le speranze si stanno facendo sempre più flebili. Vincenzo Franchina, Mario Pisani e Pavel Petronel Tanase, questi i nomi delle vittime, al momento dell’incidente stavano lavorando insieme a 12 colleghi alla prova di messa in esercizio, che doveva concludere la revisione complessiva della valvola rotativa dell’impianto gestito da Enel Green Power. Erano le 14.30 quando, improvvisamente, è esploso il generatore all’ottavo piano sotto terra, dove è alloggiato l’alternatore. Qualcuno è riuscito a risalire con il corpo avvolto dalle fiamme: Sandro Bussetti è ricoverato al reaporto Grandi Ustionati di Pisa con l’80% del corpo lesionato. Altri non ce l’hanno fatta. Dopo la tragedia, in queste ore è montata la rabbia, accompagnata dalle accuse.

Il tecnico dell’Abb Paolo Casiraghi, l’ingegnere elettronico Adriano Scandellari, il dipendente Voith Alessandro D’Andrea e Vincenzo Garzillo, tecnico della Lab Engineering sono ancora dispersi. La procura di Bologna sta indagando per disastro e omicidio colposi, mentre Enel Green Power ha detto di sentirsi parte lesa nell’incidente: “Per i lavori avevamo scelto tra le migliori società nel campo elettrico ed idroelettrico. Quando mi rivolgo a un contractor, mi aspetto che sia sinonimo di prestigio e serietà”. Alla centrale di Bargi il gruppo numero uno era stato già collaudato con successo. I lavoratori specializzati stavano mettendo alla prova il secondo alternatore.

Il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato e i pm Michela Guidi e Fabio Lazzarini dovranno ora verificare il rispetto del protocollo di sicurezza. E capire se, nel passaggio di consegne tra le due società incaricate da Enel e la terza di Genova, tutto abbia funzionato. L’ex monopolista dell’elettricità si era rivolta anche a una terza azienda, la Voith. Se dopo l’inchiesta emergesse una qualche responsabilità delle aziende manutentrici Enel valuterebbe l’ipotesi di costituirsi parte civile. Nel frattempo, è emerso che i sindacati avevano messo nel mirino la centrale idroelettrica di Suviana già nel 2022.

La Uil aveva mandato segnalazioni verbali e in mail perché proprio Enel chiedeva ai lavoratori di svolgere mansioni per le quali non avevano le certificazioni necessarie. In particolare sulle saldature. L’azienda si era difesa, e continua a farlo, ma per i sindacati non dice il vero. “In una logica nella quale gli appalti al massimo ribasso e i subappalti a cascata tengono conto solo del profitto, dell’utile, e non rispettano la vita umana, poi abbiamo le tragedie” ha detto Pierpaolo Bombardieri della Uil. “Ripeto, in molti casi non si tratta di incidenti, sono veri e propri omicidi. Perché quando per guadagnare un’ora, o mille euro, o un appalto, non si interviene sulla sicurezza e si perde una vita umana, non sono incidenti”.

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