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Yana Malayko uccisa a 23 anni dal fidanzato, il padre: “Costretti a vivere senza di lei, vogliamo giustizia”

Pubblicato: 11/04/2024 16:08

Oggi in Corte d’Assise del Tribunale di Mantova si è tenuta l’udienza relativa al femminicidio di Yana Malaiko, la ragazza di 23 anni uccisa dall’ex fidanzato Dumitru Stratan. L’uomo è in carcere da gennaio ed è accusato di omicidio premeditato e occultamento di cadavere.

Stratan avrebbe colpito Yana ripetutamente e con violenza al volto e al capo, utilizzando una spranga di ferro. Ma la 23enne, che aveva disperatamente cercato di difendersi – come testimonia una frattura alla mano sinistra -, secondo l’autopsia Yana Malayko è deceduta per asfissia. Questo perché era stata rinchiusa in un trolley dopo essere stata spinta con forza per farla entrare mentre ancora agonizzante. Infine, era stata abbandonata in un campo sotto un cumulo di sterpaglie. Gli avvocati che difendono l’uomo sostengono che, nel racconto fornito dallo stesso, non ci sarebbero elementi che lasciano pensare alla premeditazione. 

Di parere opposto sia il padre che il legale che lo assiste. “Sono sicuro che la giustizia esiste in Italia. La creatura che ha ucciso mia figlia, ha messo la mia famiglia nell’incubo che dobbiamo vivere tutta la vita. Lui deve pagare una pena proporzionale, che per me è ergastolo. Deve ricevere l’ergastolo. La squadra del mio avvocato e la Procura hanno fatto un gran lavoro. Combatteremo e troveremo giustizia per mia figlia e per le altre vittime”, ha detto il padre di Yana, Oleksandr Malayko, durante la trasmissione Storie Italiane in onda su Rai Uno.

La mamma di Yana Malayko, ha dichiarato: “Bisogna agire per fermare la spirale di violenza contro le donne”
Noi non vogliamo nessuna vendetta. Vogliamo ricostruire nel dettaglio i fatti e vogliamo che venga attribuita una giusta pena proporzionata alla gravità del fatto. Dall’elaborazione dell’analisi di tutti i video, fotografie, documenti e ricostruzione di tutti gli episodi antecedenti, concomitanti e successivi al fatto reputiamo che ci sia una premeditazione e una macchinazione finalizzata per uccidere Yana, occultare e depistare le indagini con messaggi falsi inviati con il cellulare di Yana dopo la sua morte”, ha invece specificato l’avvocato Angelo Lino Murtas che difende il padre.

Secondo il legale c’è stata premeditazione: “In una videoregistrazione, in cui si sente la voce di Dumitru, ha detto: ‘Se vi vedevo insieme, vi avrei ucciso entrambi‘. Nel cellulare è stata trovata la parola veleno, c’è poi l’appostamento, la tecnica del tranello finalizzato a far rientrare Yana a casa”. Il 35enne infatti avrebbe contattato la ragazza e l’avrebbe attirata nel suo appartamento affermando che il cane che avevano preso insieme stava male. Appena rientrata a casa, l’uomo l’avrebbe colpita e uccisa.

Prima di farlo avrebbe “spostato la telecamera automatica su una parete, avrebbe strappato dolosamente le telecamere negli ascensori”, ha proseguito l’avvocato. Yana in quel periodo aveva iniziato a frequentare un altro ragazzo. Andrej è stato ascoltato in udienza. Prima di questa, ha però detto: “Lo avevamo sottovalutato. Non avevamo dato tanto peso, purtroppo, alle sue parole”. Ha infine aggiunto: “Probabilmente se avessimo denunciato o avremmo agito in modo diverso, le cose sarebbero andate in modo diverso e non saremmo qui a cercare giustizia per lei”.
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