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L’impero non colpisce più, e ora cerca un suo pari in Europa

Pubblicato: 14/04/2024 13:46
Draghi a Washington per il vertice con Biden, tra i temi: guerra in Ucraina, rinnovabili e crisi alimentare

Sul nuovo numero di Limes c’è una corretta analisi del declino americano, il contrasto tra l’America esterna e il Grande Paese interno, interessi contrapposti e divergenti. Già ne parlava nel 1986 Denys Arcand nel film il Declino dell’impero americano. Su questo si fondano le prossime elezioni americane, tra un Biden imperialista, per semplificazione, ed un Trump country, tra un’America costiera e quella delle grandi pianure, l’Aquila, da sempre simbolo imperiale, ed il Bisonte. Nel frattempo l’America di Biden, pur sotto inflazione e debito, e quindi anche per quello, è volata nel PIL, mentre l’Europa ha una produttività da bradipo. Se arriva Trump, e l’inglese Cameron è già andato a sondarlo, quale leadership potrà controbilanciarlo in Europa? E soprattutto, in tempi di instabilità strategica, quale Nato avremo? Trump è stato chiaro, niente ombrello per i paesi diversamente contribuenti, praticamente i due terzi della Nato, Italia compresa.

Gli Usa cercano un nuovo interlocutore in Europa

L’America senza kappa non vuole più essere il poliziotto del mondo a spese sue. Per arrivare alla soglia del 2% di spesa militare, prima richiesta di Trump, l’Italia per esempio dovrebbe spendere in più 10 mld l’anno. Chi sarà che contratterà con la prossima America queste strategie? La Von der Leyen sembra ormai debole per un rinnovo. Ci vuole qualcuno che conosca bene gli Usa, e da questi sia riconosciuto. Il nome lo avevamo già fatto da tempo, è Mario Draghi, detto appunto l’Americano.

Mario Draghi, la speranza

Cosa può ottenere Draghi? Per esempio di non investire i soldi della difesa europea in maniera frazionata, ma costituire un bilancio della difesa comunitaria. A cosa serve questo? Ad essere contraente forte, a non subire eccessivamente l’assalto dei piazzisti della Difesa americana, alla Lockheed dei tempi di Gui e Tanassi, ed ad attivare le imprese europee di settore, tra cui l’italiana Leonardo, la Thales francese, le omologhe tedesche. Questo compenserebbe anche il calo inevitabile dell’Automotive, alle prese con la transizione ecologica, e forse sarebbe un sostegno al PIL europeo. Il  2% non significa automaticamente finanziare acquisti americani, può essere l’occasione di un PNRR militare strategico, con la necessaria costituzione di un esercito europeo. Solo così l’Europa stretta tra il declino americano e l’aggressività asiatica, può non rimanere schiacciata. Bisogna smettere di galleggiare tra le case green e le quote latte. Quando il gioco si fa duro, ed oggi con Putin, Iran e Cina lo è,  i duri cominciano a giocare, bisogna fare quello che deve essere fatto. Wathever it takes.

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2024 14:02