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Rivoluzione in tv: Nove pigliatutto, tutti i big e i programmi in arrivo

Pubblicato: 17/04/2024 12:19

La grande fuga. Se la Rai perde continuamente parte dei suoi “big” significa che al tele-mercato non gioca più tra le teste di serie in Champion’s. Ma anche che i concorrenti in campo hanno mezzi e capacità per ridisegnare le gerarchie del campionato. Con un terzo polo che si attrezza per contendere, quanto meno, le leadership di Rai e Mediaset. Vediamo perchè.

La notizia del passaggio di Amadeus sulle frequenze di Nove ha solcato i titoli di apertura di tutti i telegiornali. Tra ammontare degli ingaggi e polemiche (soprattutto politiche) è bene dare subito un dato: quella di approdo dell’ex conduttore di Sanremo è la rete che in questa parte di stagione è cresciuta di più, secondo un’analisi su dati Auditel. Si parla di un +48,57% sulle prime 31 settimane della stagione tv (10 settembre 2023 – 14 aprile 2024) rispetto allo stesso periodo del 2022-23. Una crescita senza uguali “che può portare Warner Bros. Discovery a diventare un protagonista di primo piano nel panorama televisivo italiano, grazie alla continua crescita del suo canale di punta, Nove”.

Lo ha spiegato in un dettagliato articolo Andrea Biondi sull’edizione di ieri del Sole 24 Ore, fornendo dati e notizie su cosa sta accadendo – e che accadrà – nell’offerta della tv generalista in Italia. Con i precedenti equilibri tra le reti di Rai e Mediaset destinati a rompersi sotto il peso di Warner Bros. Discovery. La multinazionale Usa della comunicazione ha in dote gli studios di film come Batman, Harry Potter o Barbie; l’emittente Hbo che ha prodotto serie iconiche come House of Dragon, Succession, Games of thronesThe last of usL’amica geniale (con Rai Fiction). Ma non solo: in Italia gestisce 15 canali multipiattaforma, di cui 10 gratis: Real Time, Nove, Dmax, Giallo, Motor Trend, Food Network, Warner Tv, Hgtv Home & Garden tv, K2 e Frisbee; più altri 5 pay: Discovery Channel, Eurosport 1, Eurosport 2, Cartoon Network e Boomerang.

Tra i programmi più seguiti di WB-Discovery in Italia risaltano Che tempo che fa Fratelli di Crozza – entrambi ex Rai – oltre a Don’t Forget The Lyrics Matrimonio a prima vista. Ma va ricordato che ha anche i diritti per la trasmissione delle Olimpiadi fino al 2032, comprese le prossime di Parigi. Non solo: il colosso Usa di recente ha comunicato l’accordo con Sky che permetterà agli abbonati della pay tv di avere, compresa nel loro pacchetto, un’offerta di 10 canali Eurosport per i giochi olimpici.

Ma quali sono gli obiettivi della media company per l’Italia? Biondi ha ricordato cosa disse Alessandro Araimo, che è a capo dell’area Europa sud per Warner Bros Discovery – in un intervista al Sole lo scorso dicembre: “L’arrivo di Fabio Fazio per noi è un punto di partenza. Non un traguardo. A nostro modo di vedere in Italia siamo davanti a uno sviluppo di mercato interessante per la Tv lineare. È il momento di spingere sull’acceleratore». Visto e considerato che tre mesi dopo sul Nove è sbarcata anche un’altra video-star come Amadeus, l’accelerazione è ancora in atto. E che il futuro a breve riserverà altri innesti di peso.

Rai e Mediaset sono avvisati e sanno che ora devono competere con un concorrente temibile. Ovvero un gruppo da 41,3 miliardi di dollari di ricavi nel 2023 quotato a Wall Street. Oggi per Nove gli ascolti – dall’arrivo di Fazio – registrano un dato medio di prima serata di 710mila spettatori – share del 3,5%. Nella fascia preserale Nove ha uno share del 2,8% (ma Amadeus con Affari tuoi su Rai uno è al 24%). “Con l’arrivo di Amadeus, ora Warner Bros. Discovery strutturerà Nove come canale in grado di competere sugli ascolti almeno con le ultime delle generaliste, Rete 4 e Rai 2, oggi distanti meno di un punto di share (Rete 4) e 0,9 (Raidue). La fascia di access prime time gestita da Amedeus su Rai 1, una volta replicata con le dovute differenze, porterà Nove almeno al sesto posto tra le reti più seguite”.

Questa l’analisi di Francesco Siliato, dello Studio Frasi (specializzato nelle analisi dei contenuti e dei pubblici dei media, del sistema informativo e dei mezzi di comunicazione), dopo aver attinto al proprio database degli ascolti dei programmi tv rilevati dall’Auditel. Che per il futuro di Nove aggiunge: “Sarà previsto quindi un ulteriore rafforzamento. Grazie all’impoverimento perseguito dal servizio pubblico editoriale, Nove potrebbe rafforzarsi con l’insieme dei canali free, oltre alle competenze di Amadeus sull’intrattenimento e con il rafforzamento dell’informazione”.

Sintomatico quello che sta accadendo sugli ascolti. Come indicato da Studio Frasi, nelle prime 31 settimane della stagione l’editore Warner Bros. Discovery ha registrato ascolti in crescita del 14,25% nel giorno medio, con l’8,82% di share dietro al 37,73% di Mediaset e al 36,94% di Rai; e del 22,57% in prima serata (8,63% di share contro il 37,65% della Rai e il 36,87% di Mediaset). Se Nove guadagna spettatori, chi li perde? Sempre secondo Frasi, in prima serata Mediaset cede il 2,93% di ascolti; ma la Rai ne perde addirittura il 5,48%. Mentre nel giorno medio Mediaset cede lo 0,58% e la Rai il 4,96%.

Che tutto questo sommovimento mediatico in Italia sia avvenuto con l’ingresso di un governo di destra-centro al potere potrebbe essere solo una coincidenza. Difficile da credere, se si rileggono le affermazioni di esponenti di maggioranza (uno per tutti? Salvini) sulle necessità democratiche di riequilibrare l’offerta dei programmi della tv pubblica, allontanando professionisti nati in Rai (l’elenco è significativamente corposo). Con conseguenti e ironici “cari saluti” di fronte all’addio di Fazio. Che poi l’uscita di personaggi tv poco simpatici alle destra coincida con perdite economiche – in entrate pubblicitarie – e di autorevolezza della principale azienda di comunicazione e di cultura italiana può essere un dettaglio. O forse no.